"Figli delle stelle" è un successo della musica disco italiana lanciato da Alan Sorrenti nell'omonimo album del 1977. La canzone è una delle prime del genere cantate in italiano poichè, fino ad allora, anche gli artisti italiani che si cimentavano in questo campo utilizzavano l'idioma inglese. Sono gli anni de "La febbre del sabato sera" ed il brano riscuote i favori del pubblico e, soprattutto, dei giovani frequentatori delle discoteche che, in questo pezzo, si sentono ben rappresentati. In discoteca, tra le luci basse e la musica alta i ceti sociali non contano e tutti hanno l'illusione di sentirsi ciò che si vuole e di vivere un sogno che alla luce del giorno, con molta probabilità, non sarebbe stato possibile. L'album arriva anche in cima alla classifica delle vendite per una settimana prima di lasciare il posto ai Bee Gees. Resterà, comunque, in classifica per sedici settimane risultando anche l'ottavo album più venduto dell'anno. La hit, quindi, è appoggiata dal pubblico e viene premiata dal mercato ma c'è chi rimane, in qualche modo deluso dalla svolta disco di Sorrenti. E' il caso di Franco Battiato, che raccogliendo il pensiero della gioventà underground, canta in "Bandiera bianca" del 1981: "...Siamo figli delle stelle, pronipoti di sua maestà il denaro..." facendo riferimento al drastico cambiamento di rotta artstica effettuata dal cantautore napoletano per presunti scopi economici. Sorrenti, infatti, aveva iniziato la sua carriera con tre album di musica rock progressivo e sperimentale dove presentava testi impegnati e messaggi rivoluzionari ed, improvvisamente, forse preso dalla voglia di uscire da una certa nicchia ha iniziato a rivolgersi ad un pubblico di massa utilizzando la più commerciale disco music. La scelta di uniformarsi ad un certo tipo di corrente non è piaciuta a Battiato ed a tutta quella cerchia di anticonformisti che vedevano in determinati stili cantautoriali delle forme di ribellione e di libera espressione verso un sistema sociale e politico a cui non sentivano di appartenere. In seguito, a parte poche altre canzoni di successo come "Tu sei l'unica donna per me", Sorrenti ha un netto declinio artistico passando per problemi giudiziari e sentimentali arrivando a trascorrere anche alcuni mesi in galera. Nonostante i suoi diversi ritorni sulle scene, Sorrenti, è ricordato sempre per la suddetta hit che nel 2010 è diventata anche un film diretto da Lucio Pellegrini ed interpretato da Pierfrancesco Favino, Giuseppe Battiston, Fabio Volo, Claudia Pandolfi e Giorgio Tirabassi. Inoltre, il brano, è stato oggetto di diverse cover che rivitalizzano, di tanto in tanto, la linfa di questo successo ed il nome del suo autore altrimenti destinato al dimenticatoio.