"Andamento lento" è sicuramente il brano più noto e più apprezzato di Tullio De Piscopo in versione cantautore scritto insieme a Mario e Giosy Capuano. Il grande percussionista infatti, nel 1988 presenta il brano al 38° Festival di Sanremo piazzandosi solo diciottesimo ma la sua canzone risulterà la più venduta della manifestazione. Con l'album "Bello carico", De Piscopo, rimane in vetta alle classifiche per ben sette mesi e vince l'Arena d'oro al Festivalbar come album più venduto dell'anno. Le sonorità ed il ritmo coinvolgente portati dall'artista sulla scena musicale rappresentano una assolutà novità per la musica italiana e per tale motivo ottengono un grande successo soprattutto tra i giovani. Celebre per sua grande dimestichezza con la batteria, De Piscopo, oltre ad essere componente essenziale della band che ha accompagnato gli anni d'oro della carriera di Pino Daniele, ha suonato le percussioni in tanti lavori discografici per i grandi artisti della scena italiana come Roberto Vecchioni, Mina, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Ornella Vanoni, Franco Battiato e tanti altri. Inoltre, ha collaborato anche a diverse colonne sonore tra cui quella con il maestro Ennio Morricone per il film "L'uccello dalle piume di cristallo" di Dario Argento oltre ad essere stato autore per quelle dei film "Mi manda Picone" di Nanni Loy, "32 dicembre" di Luciano De Crescenzo e "Razza selvaggia" di Pasquale Squitieri. Nella sua lunga e gloriosa carriera da grande batterista, De Piscopo, ha collezionato anche diverse esibizioni con alcuni dei migliori musicisti, particolmente jazzisti, internazionali come Billy Cobham, Tony Mimms, Victor Bach, Bill Conti e tanti altri. Una storia musicale importante, quindi, quella scritta da Tullio soprattutto dietro la sua batteria che rimane la sua unica e grande passione oltre al canto che rimane un puro divertimento. Con le percussioni De Piscopo ha girato il mondo risultando tra i migliori grazie alla sua fluida rullata ed al suo stile coivolgente e passionale. Un dono, quello dell'amore per la musica e per la batteria, ereditato dal padre Giuseppe che suonava nell'orchestra del Teatro San Carlo di Napoli e che Tullio ha coltivato fin da piccolo riuscendo ad emergere e diventando uno tra i migliori, se non il numero uno, percussionisti italiani.