"Campio'" è uno dei brani più belli ed intensi dell'ultimo lavoro discografico di Nino D'Angelo "Il poeta che non sa parlare". Sugli splendidi arrangiamenti del Maestro Nuccio Tortora, i testi dell'artista napoletano rimarcano ancora una volta la valenza di un autore spesso sottovalutato e rinchiuso in ambito fin troppo stretto per le sue qualità. Fosse nato altrove, Nino, avrebbe un peso diverso nella nostra discografia ma, fosse nato altrove, non sarebbe stato Nino D'Angelo. Il marchio delle sue origini è indelebile ed imprescindibile dall'artista ed è sicuramente una sua forza nonostante ciò lo porti costantemente a difendere la quota artistica delle sue produzioni da chi ancora lo valuta con la puzza sotto il naso. Il suddetto brano, come detto, è forse il più toccante dell'album, il più profondo. È un abbraccio sincero, l'ultimo purtroppo, che l'uomo Nino regala all'amico Diego Armando Maradona prima ancora che al campione. I due hanno condiviso nello stesso periodo i relativi anni d'oro delle loro carriere ed hanno unito una città tra passione sportiva ed emozioni in musica. Nel brano si sente tutto il sincero cordoglio verso un uomo e verso un epoca vestita di sogno che non potrà più tornare. Con Diego se ne va anche l'animo bambino di Nino e di una generazione che potuto assistere e vivere quel sogno ad occhi aperti. In un attimo tutto è finito e tutto il mondo, nonostante la pandemia, nel pieno della sua forza, si è fermato per salutare incredulo quell'eroe rimasto fanciullo ed abbandonato da solo nella stanza dei giochi da quegli adulti che hanno saputo solo sfruttarlo nella sua grandezza e mai aiutato nelle sue difficoltà. A testa alta ha sempre affrontato tutti con un dribbling e una risata senza mai piegarsi al potere e ad una realtà troppo falsa per chi ancora guardava il mondo con gli occhi di un bambino. Nino e Diego, due figli della povertà che hanno vinto, hanno avuto destini simili provenienti da due mondi tanto lontani geograficamente ma incredibilmente vicini dal punto di vista sociale. Forse per questo Diego,a Napoli, si è sempre sentito a casa e per i napoletani è stato come un figlio o un fratello poi i successi sportivi hanno consolidato quel legame in modo indissolubile. La morte in solitudine, la meno meritata, la più triste era di quanto più improbabile potesse capitargli essendo stato circondato da folle festanti in ogni attimo della sua vita pubblica anche se, quella privata, è sempre stata intrisa da una falsa compagnia di soli opportunisti. Quella fine improvvisa e imprevista ha squarciato l'anima di tutti coloro lo hanno amato dando vita a manifestazioni di affetto e di disperazione in ogni angolo del pianeta. Ma come succede per i grandi, quella data, ha rappresentato solo il giorno in cui il mito è diventato leggenda perché per certi uomini la morte non esiste, non può esistere l'oblio per cotanta grandezza. Nino, con questo brano, ha salutato l'amico, l'uomo terreno e lo ha fatto in maniera estremamente toccante e sincera in dimostrazione all'attaccamento ed al ricordo indelebile che quel piccolo grande uomo ha saputo meritarsi nella sua avventura su questo mondo ed, in particolare, nella sua gloriosa parentesi napoletana. Il nostro ringraziamento va al Maestro D'Angelo per aver voluto condividere con tutto noi questo personale ed intimo ultimo abbraccio a cui non possiamo non unirci appassionatamente.