"Un sorriso dentro al pianto" è l'ultimo brano lanciato da Ornella Vanoni per l'album di inediti "Unica". Va sottolineato di inediti perché sono in pochi, soprattutto per logiche di mercato e della scarsa volontà delle case discografiche, a pubblicare prodotti nuovi alla veneranda età di 86 primavere. Lei ha chiaramente mostrato coraggio e si è voluta regalare una operazione dal grande valore umano e sentimentale più che commerciale. Il pezzo in questione e l'album completo, non cambierà la sua storia ed il percorso artistico iniziato ormai da oltre sessant'anni ma diventa una gemma preziosa che rende ancor più luminosa la sua strada. Di successi in carriera ne ha avuti tanti ed è giustamente considerata una delle migliori interpreti femminili del nostro panorama musicale anche perché si è sempre affidata per le sue canzoni ad autori importanti che hanno fatto la differenza. Non fa eccezione l'ultimo capolavoro firmato da Francesco Gabbani e Pacifico: "Un sorriso dentro al pianto" è un brano che dimostra che quando c'è un qualità la carta d'identità conta davvero poco. Un testo molto bello accompagnato dalla giusta melodia ed interpretato al meglio rendono questa canzone una delle più belle degli ultimi anni premiando il coraggio dell'artista e della produzione che ha dato il giusto peso alla qualità della proposta senza lasciarsi influenzare dal mercato. In un mondo di like e visualizzazioni, probabilmente, la Vanoni non riscontrerà ciò che merita ma, in su altri sentieri, sicuramente più profondi e percorsi da una utenza più consapevole e più incline all'arte lei raccoglierà quanto dovuto. Il brano si presenta delicato, raffinato ma anche deciso e vero. Una sorta di introspezione del proprio essere donna e artista al cospetto di un età che la porta, per forza di cose, a fare un bilancio della propria esistenza. Gli apprezzamenti finora fatti e l'elogio incondizionato al suo coraggio ed alla canzone lanciata è ancor più chiaro se si pensa che la Vanoni, tranne in alcune interpretazioni, non rientra tra i miei artisti preferiti ma negare la bravura e la qualità interpretativa sarebbe da sciocchi. Ciò che porta di più bello questo brano è proprio la dimostrazione che la qualità e l'arte non hanno età: giovani o anziani, se propongono qualcosa di bello, dovrebbero avere lo stesso trattamento, andando oltre fredde e incomprensibili leggi di mercato. Avercene artisti così in un panorama sempre più povero di qualità. La giovane età non deve e non può essere un merito in tema d'arte. Sono tanti i giovani non meritevoli a cui viene dato spazio a discapito di artisti di età che ancora sognano, emozionano e credono nella loro missione. Tanti artisti che vengono dimenticati e poi falsamente rimpianti dopo la morte a cui basterebbero tre meritatissimi minuti di applausi invece di un commovente elogio funebre. Finché ci sono artisti così è un peccato non goderseli ringraziandoli così per quello che ci hanno e ci continuano a dare perché, purtroppo, il tempo per rimpiangerli non tarderà.