Il Festival di Sanremo 2021 partito tra polemiche e difficoltà legate alla pandemia non era impresa facile da realizzare con successo ma il covid non deve rappresentare un alibi per Amadeus e Fiorello che potevano certo far meglio. Il clima da villaggio vacanza già visto lo scorso anno che priva di ogni sacralità l'evento si è ripetuto e senza pubblico tale approccio è ancora più ridicolo e insignificante. L'unica arma che potevano usare i due per superare questo difficile esame era la qualità della musica. Hanno aumentato il numero dei big e questo ci può stare se si ha avuto la fortuna di ricevere candidature eccellenti o capolavori tali da giustificare il tutto in nome dell'arte ma, come era facilmente prevedibile, ciò non è avvenuto e l'allargamento è forse più dovuto a logiche di mercato o politiche. Nulla permette a pseudo artisti sconosciuti con canzoni approssimative di essere tra i big facendo stravolgere l'intero progetto iniziale tra l'altro a discapito di nomi sicuramente più importanti lasciati a casa nonostante l'ampiamento. Se i veterani per presenze, Berti a parte che era fuori da Sanremo e dal mercato discografico da trent'anni e lo sarà anche dopo, risultano essere Renga, Arisa, Noemi o Annalisa significa che siamo messi male. Spessore artistico risicato a pochissimi elementi come Gazzè o Ayane, tra l'altro non nelle loro migliori creazioni, e poi un mucchio di semisconosciuti ai quali viene permesso di vandalizzare il tempio della musica italiana. Il ricambio generazionale è giusto ma non è tra i big di Sanremo che deve succedere. Le nuove proposte e le tante altre strade discografiche servono a questo ma il posto tra i big va sudato ed ottenuto solo con conclamato successo alle spalle. Non si può mettere Sanremo, inteso come big, alla pari di un qualunque talent altrimenti Sanremo non avrà più motivo di esistere. Come non ha senso, in questo contesto, avere una categoria di Nuove Proposte quando non vi è molta differenza di esperienza rispetto alla metà dei big in questione. Forse, quindi, il peggior Festival di sempre che rischia di essere il definitivo tramonto della gloriosa kermesse. Tramonto che deve arrivare sicuramente per gli animatori di questo scempio almeno per Sanremo. Il bis è stato probabilmente obbligato dalla pandemia: in pochi avrebbero accettato in questo clima e l'aziendalista miracolato Amadeus non ha potuto rifiutare. Il covid, come detto, si è poi rivelato l'ultimo dei problemi e ha forse evitato fischi in presa diretta. Ci si augura che arrivi al comando un professionista in grado di ridare dignità al Festival e di salvarlo da un triste epilogo. Alla coppia di animatori, invece, auguriamo di trovare una bella compagnia di arzilli ottantenni per un bel corso di acquagym.