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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

"Il poeta": Una perla firmata Bruno Lauzi

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"Il poeta" è una delle canzoni più e rappresentative di Bruno Lauzi. Appartenente alla grande scuola genovese del cantautorato italiano, Lauzi, è stato autore eccellente per diversi artisti oltre ad ottenere numerosi successi anche dal punto di vista di interprete grazie al suo stile da chansonnier francese misto alla drammaturgia melodica italiana. Inoltre, il suo timbro vibrato, enfatizzava particolarmente brani intimisti come il suddetto pur non disdegnando, nella sua natura ironica e sarcastica, anche brani più leggeri e, allo stesso tempo, acuti. La sua penna e la sua intelligenza, infatti, erano le sue doti migliori e la simpatia faceva da traino per la sua arte. "Il poeta" fu incisa dallo stesso Lauzi nel 1963 in un 45 giri iniseme a "Vecchio paese", "Menica menica" e "La banda" per poi essere incisa da Gino Paoli nel 1965, da Mina nel 1969 e da Marcella Bella nel 1972. Il testo parla di uomo perdutamente innamorato di una donna che non riuscendo ad accettare la sua lontananza si toglie la vita. Il protagonista, infatti, viene descritto in diverse situazioni di vita quotidiana dove appare distratto e confuso dall'unico pensiero che lo accompagna perennemente: l'amore per quella donna. Dopo il gesto estremo, tutti lo ricordano come un poeta, quello che sapeva parlare d'amore e che ora non potrà più parlare alla sua amata. Nel 1967, dopo il suicidio di Luigi Tenco a Sanremo, di cui Lauzi era amico, si scrisse che "Il poeta" fosse dedicata a lui ma Lauzi smentì la cosa per il fatto che il brano era stato scritto molti anni prima ed aggiunse di non aver apprezzato la celebrazione postuma fatta da Fabrizio De André con "Preghiera in gennaio" poichè appariva quasi come una apologia del gesto estremo dell'artista. Probabilmente, invece, il testo di Lauzi trae ispirazione dai romanzi di Piero Chiara. In ogni caso, "Il poeta", resta un manifesto di quella scuola genovese ed è da molti indicata come l'espressione massima di quella corrente musicale oltre ad essere uno dei capolavori più riusciti di Bruno Lauzi. Una vera perla che anche lo stesso Lauzi includeva tra le canzoni preferite del suo repertorio ed è davvero difficile dargli torto.

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