"Tre Signori" è un brano scritto e presentato da Enrico Ruggeri durante la serata finale del Festival di Sanremo 2015 nelle vesti di ospite e di promotore della Nazionale Cantanti in vista della nuova partita del cuore. Ruggeri, in realtà, con questo brano doveva essere in gara al Festival per poi defilarsi all'ultimo momento per problematiche relative ai tempi di lavorazione del nuovo album. Fu, infatti, lo stesso artista, dato ormai per certo tra i partecipanti alla kermesse canora, a palesare con rammarico, attraverso i social network, la sua defezione a poche ore dall'annuncio ufficiale del cast artistico di Carlo Conti. Il rammarico per lui è stato forte e lo è stato anche per la musica italiana e per il Festival in generale. La promessa, infatti, di un pezzo particolare ed affascinante è stata ampiamente confermata alla sua esecuzione, fuori gara, al teatro Ariston. Ruggeri, ha in qualche modo immaginato quel luogo dell'anima e del pensiero che per convenzione chiamiamo paradiso omaggiando tre illustri personaggi che vivono quella dimensione dopo aver onorato al meglio la loro vita in terra.L'artista immagina, quindi, Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci che accolgono l'ultimo arrivato Giorgio Faletti descrivendo una situazione tutt'altro che triste e monotona. L'autore crede che, come nella vita terrena, anche in quella celeste, i tre continuino a fare dell'ironia, dell'intelligenza, del pensiero e dell'arte le proprie armi. Ruggeri ci parla di tre grandi artisti che hanno saputo dare il meglio di loro stessi in diverse forme. I tre hanno rappresentato un ruolo importante nella cultura italiana, oltre che milanese, passando con naturalezza ed il medesimo talento tra musica, teatro, scrittura, poesia e quant'altro non mettendo mai barriere al proprio estro e risultando sempre all'altezza. Ruggeri, quindi, attraverso i versi del brano ripercorre un po' le loro storie artistiche e le loro virtù umane immaginado l'apertura di un nuovo sipario in cui hanno ritrovato la propria dimensione ed a cui continuano a dar lustro con il solito modo di fare scherzoso e sarcastico. Un omaggio, quindi, in punta di penna e poesia che vede la morte solo come una nuova fase della loro storia e che è stato composto da un personaggio che in quei "Tre Signori" si rivede non poco. Anche Ruggeri, infatti, ha mostrato con successo tante diverse facce della sua arte, muovendosi con disinvoltura tra musica d'autore, programmi televisivi, romanzi e, ultima in ordine di tempo, conduzione radiofonica. Un altro grande Signore, quindi, della nostra cultura che abbiamo ancora la fortuna di goderci nel nostro teatro terrestre e si spera sarà così ancora a lungo.