"Vita d'artista" è un brano molto particolare di Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, ed anche uno di quelli che avrebbe meritato maggior fortuna. La canzone, infatti, incisa nell'album "Change generation" del 1985 e scritta con il compositore Gilberto Borri non rientra tra i grandi successi popolari dell'artista toscano ma è sicuramente tra più apprezzate dai fans del cantautore. Nel testo, Pupo, ci parla di questo magico mondo dello spettacolo, che poi tanto magico non è, e lo fa con gli occhi e l'anima dell'artista attraverso le sensazioni e le emozioni che lo stesso prova in un sistema, in fondo, ipocrita e spesso fasullo. Pupo toglie, quindi, la maschera e mostra le insicurezze di un uomo comune obbligato, in qualche modo, a tanti piccoli trucchi per servire il pubblico e dare loro quel sogno che si aspettano. Una illusione che si avvera ogni qual volta si apre un sipario e che svanisce quando si esce dalla scena. L'artista, dunque, interpreta un ruolo e lo fa utilizzando tanti piccoli trucchi del mestiere che non lasciano spazio all'uomo. Anche alla fine di questa confessione, l'artista, ci lascia col dubbio sulla veridicità di ciò che ha appena cantato palesando, quindi, l'enventualità che anche queste parole sono parte della finzione scenica non riuscendo più, forse nemmeno lui in prima persona, a capire se a cantare è stato l'uomo o l'artista. Le due figure, infatti, tendono a confondersi creando quasi un annullamento della propria personalità al punto che, il protagonista, arriva a dire che se tornasse indietro non rifarebbe la stessa scelta. Ma, intanto, il suo percorso è questo e continua, come ogni artista, a dipingere emozioni attraverso le canzoni, creare mistero con uno sguardo perso nel vuoto ed a sembrare sempre un po' matto perché la gente non lo vuole un'artista normale. Un gran bel pezzo che dimostra le capacità autoriali di un cantautore spesso sottovalutato soprattutto dai media italiani dove ormai la sua presenza è limitata al ricordo di pochi pezzi commerciali o alla conduzione di programmi di intrattenimento mentre all'estero la sua musica viene ancora valorizzata ed il suo nome rimane legato alla storia della musica italiana. Questa, però, è la situazione di molti artisti italiani della generazione di Pupo che, magari non saranno di primissimo livello, ma hanno nella loro lunga carriera molte perle nascoste come la suddetta che meriterebbero visibilità molto di più di tanti prodotti banali diffusi a dismisura dai maggiori media nazionali per puri interessi di mercato finendo per svilire la nostra tradizione musicale che ancora gira il mondo con successo.