"Bimba mia" è un brano scritto ed inciso da Franco Califano nell'album "Tutto il resto è noia" del 1976 che arrivò a vendere oltre un milione di copie e fu, successivamente inserito al 57° posto tra i 100 album italiani più belli di sempre dalla rivista "Rolling Stone Italia". "Bimba mia" è uno dei brani più belli della discografia dell'artista ed è anche oggetto di un piccolo mistero. All'epoca del funerale dell'artista, infatti, era stata diffusa una dichiarazione poi rivelatasi fasulla in cui Vanessa Seffer, compagna di Califano dal 1988 al 1992, avrebbe dichiarato che il brano fosse stato scritto per lei. La dichiarazione in questione, infatti, mi è stata smentita dalla stessa Seffer, che ha tentuto a specificare che in quella triste occasione (l'ultimo saluto a Franco), come in tante altre, era assediata dai media che cercavano dichiarazioni ad effetto anche a pochi passi dal feretro del cantautore. La donna ha solo ammesso di essere stata compagna di vita dell'artista per circa quattro anni e mezzo senza fare alcun riferimento al brano in questione e ad una presunta dedica. La signora Seffer, da sempre riservata su questo argomento per difendere l'immagine ed il privato di un artista spesso sfruttato dai media e mai valorizzato abbastanza per la sua arte, mi ha confidato di essere stata diverse volte musa ispiratirce di brani incisi dall'artista successivamente ma non per "Bimba mia" incisa da Califano quando lei aveva solo sei anni. Le "dediche", quindi, riferite a "Bimba mia" si svolgevano solo amorevolemente durante i concerti quando l'artista, cantando il brano, amava indicarla tra il pubblico ma ciò non significa, come era stato fatto credere, che la canzone fosse stata scritta per lei cosa già cronologicamente impossibile ed appoggiata solo dalla casuale affinità tra il loro rapporto e la storia raccontata nel testo. La donna, quindi, è stata sicuramente protagonista di una storia importante con Califano, iniziata quando lei era appena diciottenne e sebbene il testo rispecchi il racconto di una storia d'amore tra un uomo maturo ed una giovane donna, tra Vanessa e Franco c'erano ben 32 anni di differenza, con tutte le sensazioni e le conclusioni che ciò comporta ma ciò non significa che la protagonista del brano sia la Seffer. La protagonista del brano, un po' come la Seffer, viene "cresciuta" dall'artista ed è quindi possibile intravedere in questa storia il loro rapporto come, ad esempio, quando all'inizio di questo magico brano Califano dice che l'uomo la costruisce donna piano piano nella speranza di averla a suo fianco per la vita. Nel incedere del brano, che continua ad assomigliare alla storia Califano-Seffer, questa speranza, però, comincia a vacillare man mano che la ragazza inizia a fiorire in tutte le sue virtù mettendo quasi in imbarazzo l'uomo che la vede sia come compagna che quasi come una figlia. Proprio come una figlia, Franco, ha allevato la donna con massima attenzione e rispetto sentendosi quasi in colpa di cadere in tentazioni davanti alla sua disarmante bellezza. Alla base del rapporto, però, c'è ovviamente l'amore e un uomo innamorato spesso non ragiona donando alla compagna tutto ciò che è possibile. Quella ragazza che Califano aveva immaginato come erede della sua vita ora ricopre un ruolo pesante per la sensibilità di una persona come il cantautore romano d'adozione. L'artista, quindi, arriva a pentirsi di averla conosciuta gettando, però, tutte le colpe sull'imprevidibilità della vita e del destino. Seppur ancora innamorato, l'uomo, non intende riprovare a ricostruire un rapporto ormai snaturato dalla sua purezza e lasciando, ragionevolmente alla donna la possibilità di rifarsi una vita. Nonostante l'amore gli offuschi la mente, Califano, riesce a capire la necessità della giovane di abbandonare quell'amore quasi paterno per trovare una sua strada e la perdona augurandole tutto il bene possibile pur sapendo che per se stesso non potrà più essere lo stesso. Un brano intenso, profondo e struggente che racconta una storia simile a quella avuta con la Seffer qualche anno dopo e forse realmente vissuta dell'artista che dimostra, semmai ce ne fosse stato ancora bisogno, la sua grande sensibilità e la sua capacità da poeta popolare di disegnare capolavori attraverso musica e parole. Una capacità purtroppo sempre più rara tra gli autori della nostra musica attuale.