"Non me lo so spiegare" è uno dei brani più noti di Tiziano Ferro ed anche quello che, probabilmente, lo ha consacrato come artista sia a livello nazionale che internazionale. Pubblicato nel suo secondo album del 2003 "111", numero che rappresenta il peso raggiunto da Ferro nell'adolescenza, il brano era già pronto all'uscita del suo primo disco ma, la sua casa discografica lo preservò in caso di flop del primo album. Se le cose, infatti, fossero andate male con "Rosso relativo", "Non me lo so spiegare" sarebbe stato il brano con il quale Tiziano Ferro si sarebbe presentato in gara al Festival di Sanremo. Ma alla kermesse canora, Tiziano, non prenderà mia parte se non come ospite fino ad ora vista la buona risposta del pubblico fin dal debutto. "111", però, offre a Ferro la possibilità di espandere il proprio raggio d'azione: consacrato in Italia, infatti, il disco viene tradotto e diffuso in tutta l'America Latina dove ancora oggi è uno degli artisti italiani più quotati. L'album vende oltre un milione di copie in tutto il mondo e, in particolare, "Non me lo so spiegare" diventa uno dei cavalli di battaglia del suo repertorio. Tradotto in "Non me lo puedo explicar", il brano conquista il Brasile, il Messico e tutto il Sud America oltre ad assumere un ulteriore forza dopo la cover dello stesso brano realizzato in duetto con Laura Pausini nel 2006. Il testo parla di un amore finito e del protagonista che non riesce a darsi pace della cosa avendo ancora chiari i ricordi di quella storia importante. Tutto riporta a lei e l'uomo non sa darsi una spiegazione di come tutto ciò possa essere finito. Il tutto, inoltre, viene trattato con il consueto stile criptico di Ferro che è poi la caratteristica predominante del suo modo di scrivere. Una originalità che lo differenzia dagli altri cantautori italiani attuali e che gli è valsa, probabilmente, quella fortuna commerciale che da sempre lo accompagna nel suo percorso. Nonostante, quindi, alti e bassi dal punto di vista testuale delle sue proposte, Ferro, è meritatamente premiato per il suo coraggio nel trovare una propria strada rinunciando, preventivamente, ad una piatta omologazione che lascia, in qualunque campo, il tempo che trova.