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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

"Tradimento e perdono": Venditti la dedica a Di Bartolomei

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"Tradimento e perdono" è una canzone molto toccante che Antonello Venditti ha voluto dedicare all'amico ed ex capitano della A.S.Roma Agostino Di Bartolomei che si tolse la vita il 30 maggio del 1994 con un colpo di pistola al cuore. La canzone, pubblicata nell'album "Dalla pelle al cuore" del 2007, rappresenta un ricordo verso quel grande campione ma soprattutto un'analisi su quelle situazioni che più volte hanno determinato dei gesti estremi da parte di personaggi prima osannati dalla gente e poi dimenticati. Nel brano, infatti, oltre a Di Bartolomei vengono ricordati anche altre due figure importanti che hanno avuto lo stesso triste destino ovvero, Luigi Tenco nella strofa: "...Mi ricorda Luigi pieno di amici...e poi lasciato lì..." e Marco Pantani con la frase: "...Mi ricordi di Marco e di un albergo...nudo e lasciato lì...era San Valentino l'ultimo arrivo...e l'hai tagliato tu...". Venditti espone, quindi, una sua tesi secondo la quale una persona di successo abbia bisogno di più amore rispetto ad un uomo comune sottolineando il valore che può avere una parola in un momento di difficoltà e, cioè, quando viene a scemare quell'importanza che ha contraddistinto la sua esistenza. "...Se ci fosse più amore per un campione oggi saresti qui..." è il tema centrale della canzone scritta, tra l'altro, nell'anniversario della morte del campione romanista. L'autore, all'epoca dell'uscita del disco, fece anche una dichiarazione che destò una certa preoccupazione tra i fans, ovvero: "E' una canzone preventiva: può valere anche per me" che poteva far pensare che lo stesso artista stesse passando un brutto periodo, cosa non riscontrata in termini di successo e di affetto del pubblico, e che proprio questa condizione lo aveva spinto a scrivere questa canzone per cercare di capire le motivazioni di quei suicidi. La parola "tradimento" riportata nel titolo assume in questo caso un doppio significato e cioè sia il tradimento di un pubblico che "...Questo mondo coglione piange il campione...quando non serve più...ci vorrebbe attenzione verso l'errore oggi sarebbe qui..." e sia verso il gesto folle del suicidio che non è altro che un tradimento alla vita. Di Bartolomei, in particolare, si tolse la vita esattamente dieci anni dopo la sconfitta nella finale dell'allora Coppa dei Campioni contro il Liverpool e ciò era un primo segnale che evidenziava il legame tra il suo gesto ed il mondo del calcio come anche il biglietto lasciato dal campione sul quale aveva scritto: "Mi sento chiuso in un buco" riferendosi, evidentemente, alle tante porte in faccia ricevute dal suo ex mondo dopo la fine della sua carriera agonistica nel 1990 tra le fila della Salernitana. Oltre alla canzone di Venditti ed a diverse pubblicazioni editoriali, la sua figura e la sua storia, è ricordata anche nel film "L'uomo in più" di Paolo Sorrentino del 2001, in cui il personaggio di Antonio Pisapia, interpretato da Andrea Renzi, è ispirato proprio a Di Bartolomei. Venditti, inoltre, ha sentito particolarmente questa canzone essendo un grande amico del calciatore oltre ad essere un grande tifoso della squadra giallorossa di cui Di Bartolomei ha rappresentato una importante pagina di storia dal 1972 al 1984.

 

 

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