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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

Sanremo 2014: Impressioni al primo ascolto - I° parte

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Non è mai facile giudicare al primo ascolto ma proviamo a fare una prima disamina di ciò che è stato presentato in questa prima serata del 64° Festival di Sanremo:

ARISA: 5 - Sostanzialmente poco originale in entrambe le esibizioni. Probabilmente meritava di più "Lentamente(il primo che passa)" che riprende lo stile melodico dell'ultima fortunata fase dell'artista e che più si addice alle sue corde. TRASCURABILE

FRANKIE HI-NRG: 5,5 - L'Ariston non è terreno fertile per il rap anche se proposto con un certo garbo da un professionista del genere. Il televoto ha premiato la più ritmata "Pedala" anche se la metafora ciclistica della vita non convince. FUORI PISTA

ANTONELLA RUGGIERO: 7 - Classe e raffinatezza in entrambi i pezzi: brani di nicchia che, probabilmente, non porteranno al podio ma che confermano una cifra stilistica unica. CHAPEAU

RAPHAEL GUALAZZI con THE BLOODY BEETROOTS: 6 - Indiscutibile il talento ma sonorità molto simili alle precedenti esperienze sanremesi. Il diversivo offerto da The Bloody Beetroots riesce, parzialmente, in "Liberi o no", brano che, probabilmente per questo motivo, passa il turno. REPLAY

CRISTIANO DE ANDRE': 9 - E' l'unico della serata che lancia, attraverso i testi, degli spunti riflessivi. Porta due brani molto belli, passa con la più vivace "Il cielo è vuoto" ma è il primo a dispiacersi dell'eliminazione di "Invisibili". Brano che riporta, con le dovute proporzioni, alle atmosfera di una nuova "Creuza de ma" attraverso una fotografia sentita e accurata della Genova della sua giovinezza con tutte le difficoltà e le insidie che quella realtà, non differente da molte realtà attuali italiane, riservava ai ragazzi del tempo. Testo, quindi, che affronta ricordi ed esperienze personali ma che risulta facilmente adattabile anche alla nostra epoca. L'assurda eliminazione di questo brano che, eccetto sorprese della seconda serata, risulterà la perla di questo Festival rispecchia l'attuale decadenza culturale del nostro Paese e l'insostenibilità della formula del doppio brano che offre ancor più potere ad un sempre più dannoso televoto che continua ad essere, fin dalla sua introduzione, una mina vagante per la qualità e la credibilità di questa manifestazione. Ci si auguria che venga ripagato almeno dalla critica non confidando, evidentemente, in un successo da televoto nelle fasi finali. BUON SANGUE NON MENTE

PERTURBAZIONE: 6,5 - Arrivano al Festival da semi-sconosciuti al grande pubblico. Vengono indicati come portatori di generi per platee differenti da quella sanremese ed, invece, presentano prodotti estremamente pop e se la cavano benissimo. Temi non originalissimi ma ben sviluppati e sonorità orecchiabili che potrebbero portarli al podio. OUTSIDER

GIUSY FERRERI: 6,5 - Non si sbilancia molto in quanto ad originalità ed innovazione ma offre delle buone proposte. Passa con "Ti porto a cena con me" che è, tra i due brani, sicuramente il più interessante sia dal punto di vista autoriale che interpretativo. Stando alle proposte della prima serata potrebbe insidiare le prime posizioni. IL MENO PEGGIO 

Leggi anche la II° parte

 

 
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