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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

Intervista con... Andrea Mingardi

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Intervista con... Andrea Mingardi

1.Andrea, lei è parte della grande scuola bolognese della nostra musica. Dalla , Guccini, Morandi, Curreri, Carboni sono solo alcuni dei nomi che, oltre a lei, hanno reso Bologna uno dei poli musicali del nostro Paese. Come è nata quella generazione di artisti?Che ricordi ha dei primi passi in musica?Chi sono gli eredi di quella scuola?

Dalla, Morandi, Guccini, Carboni e Curreri, data la differenza d'età, non sono racchiusi in una sola generazione ma la maggioranza, forse a parte Luca, vengono da esperienze di palco. La musica da ballo è stata la madre di quasi tutti noi. Interpretare il repertorio di tutto il mondo ha rappresentato una palestra insostituibile. Non a caso le nuove generazione fanno fatica a scalzare gli storici. La chiusura di un'epoca, di locali storici, insieme alla mancanza di sperimentazione sul palco insieme ad altri musicisti, alla frequenza delle prestazioni, ha ridotto per le nuove leve le opportunità di sperimentazione.  

2.Lei è passato con molta naturalezza, nel corso della sua carriera, dal rock and roll alla musica demenziale fino al rithm & blues e alla melodia più classica. Qual è la sua vera natura?Da cosa deriva la voglia di sperimentare e di provare sempre nuove strade artistiche?

Fondamentalmente rimango un musicista che è partito dal jazz per poi approdare alla forma più selvaggia del blues: il rock'n'roll. Ma quando ho iniziato erano tempi in cui Armstrong, Sinatra, Glenn Miller e la Fitzgerald erano l'unica alternativa alle colombe, alla tristezza e ai mazzi di fiori.    

3.Lei ha collaborato con tanti artisti tra cui Mina, Dalla, Morandi e gli Stadio. Quale di queste le ha dato maggiori soddisfazioni?A chi è più legato?

Sarebbe come chiedermi se mi piace più la cioccolata o le lasagne. Certo che Mina...però. 

4.Nella sua storia musicale ha scritto e cantato tante belle canzoni. Qual è quella che ama di più?Quale quella, invece, che pensa andrebbe rivalutata?Quale, infine, quella di un suo collega che le sarebbe piaciuto scrivere?

"Ogni scarrafone è bello a' mamma sòia", questo è certo. Di solito si ama di più quella, secondo noi, ingiustamente sottovalutata. Così con una risposta soddisfo le prime due domande: "Datemi della musica" ha avuto una certa considerazione cult ma forse meritava di più. Sai quante ne avrei voluto scrivere? Centinaia. Da "Yesterday" a "I migliori anni della nostra vita". Interpretandole, le riscrivo.   

5.Chi sono i suoi miti musicali?Cosa ascolta oggi?Come valuta oggi la situazione della musica italiana?

Una fila lunga fino a New Orleans. Tra soul, jazz, blues e strumentismo, farei fatica a citarne solo cinquanta. Ascolto di tutto per capire, ma solo alcune cose per godere. E come la vedo? Appunto, dicevo, questo poppismo femminile, tra l'isteria urlata di brave cantanti e la banalità di autori da talent, mi fa pensare che siamo tornati indietro. Oppure, se preferite, stiamo dirigendoci lontano da dove abita Jimi Hendrix. 

6.Ci racconta un aneddoto particolare legato ad un altro protagonista della nostra musica?

Sarebbero milioni e spesso molto divertenti. Celentano, primi anni sessanta. Noi, allora "Golden Rock Boys", lavoriamo insieme in un locale storico di Vigevano: "Le Capannine". Dopo un'ora di robusto rock'n'roll gli cediamo il palco. Il molleggiato inizia con "Ready Teddy", un classico del momento ma la gente non reagisce. Dopo il secondo brano il pubblico addirittura rumoreggia. Uno da un tavolo gli urla: "Facci Jerry Lewis!". Lui lo fa ed è un trionfo. 

7.Lei ha partecipato diverse volte al Festival di Sanremo. Che ricordi ha di quelle esperienze?Conta di tornarci?

Non ci volevo andare. Credevo che i cantanti di blues, partecipando, tradissero la... vocazione. Mi sbagliavo. Cinque volte ci sono stato. Con Alessandro Bono la mia prima. Poi "Sogno" la seconda, "Amare amare" la terza e "Canto per te" la quarta. L'ultima, "E' la musica" con i Blues Brothers, è stata fantastica. Ci tornerei se non altro perché non ho la smania di vincere. E poi vincere cosa?

8.Cosa pensa dei talenti show?Farebbe da giudice?

Sono sicuro che mi divertirei un sacco ma non so se converrebbe agli organizzatori del programma.

9.Oltre la musica lei ha scritto anche diversi libri e partecipato come attore in alcuni film. Come valuta queste esperienze?Intende ripeterle?

Scrivere è terapeutico, quasi come dipingere. Aiuta il processo di sintesi e l'autocritica. Quando uno ha una certa età ha tante cose da ricordare. L'esperienza scritta è quanto di più gratificante ci possa essere. Poi, io sono uno proiettato nel futuro e la fantasia-fantascientifica convive con il mio orizzonte visionario. Il cinema è la cosa più faticosa che esiste ma, se mentre stai girando non capisci il senso di alcune scene, a prodotto finito ti ritrovi magicamente dentro a una incredibile suggestione. Fare l'attore è una professione non tanto diversa dal cantate. Lo rifarei.

10.Lei è stato, inoltre, uno dei fondatori della nazionale cantanti e dal 2006 ne è vicepresidente. Cosa significa per lei questa carica?Come è nato questo grande progetto?Quali sono i prossimi impegni ed i prossimi obiettivi del team?

Quando abbiamo festeggiato il trentennale quasi non ci credevo. Solo i miei menischi andati me lo ricordano ogni giorno. Oltre 550 partite tra ufficiali e no, hanno portato il sottoscritto a rivedere quel tragitto come un sogno. 90 milioni di euro distribuiti con grande rigore e seguiti fino al termine del progetto possono essere considerati come l'orgoglio della vita di tanti di noi. Le cariche contano poco: ho vissuto anni da capitano in campo e membro del consiglio direttivo. Ora sono un ambasciatore della Nazionale e, se ripenso alle prime partite in campi spelacchiati con Morandi e Mogol, alle trasferte per passione e alla lenta costruzione di uno dei più importanti progetti di solidarietà del secolo precedente, mi auguro che i giovani ne prendano l'eredità e continuino a portare avanti le finalità più importanti.

11.Dopo "Auguri auguri auguri" del 2012, che progetti prevede il suo futuro discografico?A cosa sta lavorando?Ci può dare qualche anteprima?In che altri progetti, oltre la musica, la vedremo protagonista?

Tra musica, libri, pittura e cinema, mi sto dirigendo verso il terzo millennio come avessi ventidue anni. In realtà, ascoltando le canzoni del nuovo disco in produzione credo siano ventitre. Non prendetemi per un "tuttologo", la mia passione è salire sul palco e comunicare con un pubblico che non mi ha mai fatto mancare il suo affetto e questo farò fino a quando avrò forza. Per il resto, è meglio aspettare a fare proclami o annunci. Ah, dimenticavo: sto seguendo un corso da ballerina classica. Vado bene sulle punte ma è il tutù che non mi entra.

12.Andrea, la ringrazio per la disponibilità e augurandole sempre buona musica le chiedo, in conclusione, un saluto per tutti i lettori di "La musica che gira intorno...". Grazie

Grazie a te e un caro abbraccio a tutti tuoi lettori.

Andrea Mingardi

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