"Ma non vorrei vedere mai negli occhi puri di un bambino quanta paura c'ha di noi, anche di me, se mi avvicino...se in quella favola del circo resta un ricordo di violenza, se in quella favola c'è un orco che gli ha rubato l'innocenza". E' questo che Federico Salvatore si augura nella bellissima canzone "Ali di Fepo" scritta dallo stesso cantautore napoletano e pubblicata nel 2002 all'interno dell'album "L'osceno del villaggio". In questo testo l'artista si dice testimone oculare di avvenimenti fantastici e/o impossibili come l'abbandono di un padrone da parte del proprio cane o un diavolo che prega col crocifisso tra le dita o ancora un cammello che passa la crune di un ago ma si augura di non vedere mai più la cattiveria dell'uomo verso i bambini. L'orco che sparisce dalle favole probabilemente è un'altra visione utopica ma Federico la vede una possibilità di certo non più remota delle altre che espone durante tutto il brano. Nella canzone si possono ascoltare anche altri riferimenti importanti e altrettando fantasioni come vedere un pentolone per saziare la fame del Terzo Mondo oppure veder cancellare le guerre dai libri di storia. Visioni affascinanti che dimostrano tutto l'estro linguistico e compositovo di questo grande artista che però non accetta di vedere la paura negli occhi dei bambini e la rifiuta immaginando di non dover mai più assistere ad una scena tanto atroce. Un testo davvero bello che non è altro che l'ennesima prova di un artista vero e di una capacità autoriale originale e mai banale che non è così facile trovare nel panorama musicale italiano. Tra l'altro, il genio dell'artista, si evince già dal titolo di questo brano che non è altro che l'anagramma di "pedofilia". Malgrado i media non diano molto spazio a Federico Salvatore in seguito alla vicenda legata alla canzone denuncia "Se io fossi San Gennaro" questo artista riesce sempre ad emergere grazie alla sua grande qualità ed alla sua umiltà.