Un autunno ricco per la musica italiana che ci porta una pioggia di note e testi di grande qualità. Ad iniziare questa robusta dose di buona musica, anticipando la stagione autunnale, è stato Vincenzo Incenzo con l'affascinante album "Ego", poi è arrivato il ciclone di Renato Zero che per le sue settanta primavere si è regalato "Zerosettanta", un triplo album di inediti diviso in tre pubblicazioni mensili e, infine, è arrivato, dopo una gestazione travagliata durata ben sette anni, il nuovo album di Samuele Bersani dal titolo "Cinema Samuele". Un tris di artisti molto diversi tra loro che si uniscono, però, nella qualità dei loro prodotti e nella unicità dei loro punti di vista. Questo tsunami artistico arriva al termine dell'estate quasi a voler cancellare i segni della solita insignificante musica da ombrellone. La pochezza delle così dette hit estive lascia spazio finalmente alla vera musica. Incenzo, torna a due anni dal successo di "Credo" che lo ha spinto a proseguire nel presentare in prima persona le sue creazioni dopo una lunga e ricca carriera da autore. Fu proprio Renato Zero a spingere il fidato amico e collaboratore nel riprendere a cantare le sue canzoni come aveva iniziato agli albori della sua storia discografica ed a puntare su di lui curandone la produzione ed ha avuto ragione. Le vite e le carriere dei due si intersecano anche in questa circostanza perché Incenzo è anche presente come autore nel volume 3 di "Zerosettanta" con due brani. I due, oltre a ritrovarsi nel modo di scrivere, hanno una affinità particolare nella rappresentazione della propria arte che li rende compatibili ma unici allo stesso tempo. Una sensibilità spiccata ed un vissuto che li porta a toccare ogni tema della nostra realtà con estrema profondità e con una raffinatezza molto rara nel nostro panorama musicale. Delicati e duri, rivoluzionari, mai banali e, ognuno a suo modo, autentico. Più intimista l'uno e più teatrale l'altro sono due facce essenziali di un patrimonio artistico da difendere e supportare. Non è da meno Bersani, che dopo un blackout dovuto sia a problemi sentimentali che ad una fase di stallo concepibile in una lunga carriera, giunge nuovamente al suo pubblico con questo nuovo lavoro che non fa che confermare il rammarico per una così lunga assenza. Il suo modo di scrivere e di affrescare la realtà è assolutamente unico e non paragonabile con nessuno. Pur essendo chiara la sua matrice cantautoriale formatasi soprattutto sulle tracce di Dalla, Samuele, ha sempre avuto una suo sguardo, una sua capacità descrittiva fuori dal comune che gli ha consentito, fin da subito, di avere sua specifica collocazione nel mondo dei cantautori. Insieme a Fabi, Silvestri, Gazzè, Consoli, e pochi altri faceva parte della nuova leva del nostro cantautorato ed oggi che sono tutti intorno ai cinquant'anni viene considerato, insieme ai suoi compagni di viaggio, ancora come facente parte dell'ultima generazione di veri cantautori e questo ci deve far riflettere sul presente della nostra musica. I cantautori di qualità esistono ancora e continuano a nascere ma il problema resta la discografica che non sa o non vuole concedergli l'opportunità di presentarsi al grande pubblico. Il mercato va in altre direzioni ma si spera che ondate di qualità come questa possano far capire a chi di dovere l'importanza di cambiare rotta al più presto affinché anche le nuove generazioni possano avere la possibilità di innamorarsi della qualità e possano continuare a difendere la grande tradizione autorale della nostra musica.