Salvatore Messina, in arte Salvoemme, ha pubblicato e lanciato in questi giorni il suo secondo album in studio dal titolo "Lovestronauta". C'è da dire subito che si tratta di un lavoro suddiviso in due volumi e la seconda parte sarà resa pubblica all'inizio del prossimo anno. Con questo titolo è chiaro l'intento dell'autore di giocare con le due parole che lo compongono: "love", amore, che è il concetto centrale dell'album e astronauta, al fine che il messaggio cantato possa arrivare nell'universo. Lo stesso artista, ha definito, questo astronauta intento a portare una ventata di amore nell'universo come un modernissimo ed umanissimo Gesù spaziale. Il messaggio, nello specifico, non è altro che una ulteriore lente d'ingrandimento su di un sentimento che muove il mondo ma sul quale è pressoché impossibile trovare una formula o una teoria che si adatti in tutte le situazioni e per ogni tipo di individuo. Messina, da autore raffinato e sempre aperto alla ricerca ed alla sperimentazione di nuove sonorità per accompagnare le sue scritture degne figlie di una matrice evidentemente sviluppata dalla passione per il più alto cantautorato italiano, ci racconta la sua personale teoria sull'amore in tutti i suoi aspetti con brani delicati, orecchiabili, per nulla banali e che lasciano sempre, come dovrebbe essere per ogni canzone d'autore, spunti di riflessioni, dubbi, solchi aperti in tematiche quotidiane in cui ogni utente può analizzare il proprio essere, stuzzicare il suo intelletto, farsi un personale pensiero, rispecchiarsi o cercare una individualità lontana dal pensiero dell'autore o di quello della massa. I brani di plastica, usa e getta, che inondano il mercato in questi anni, soprattutto nel periodo estivo, di questi aspetti non se ne curano e, come accade puntualmente, sono destinati a scomparire proprio perché non lasciano niente. Se non si da spazio, nei media e nella grande distribuzione, a veri cantautori come Messina, di questi anni musicali, nel prossimo futuro, non rimarrà nulla. Mi chiedo , fra vent'anni, programmi come "Techetecheté" proporranno filmati delle canzoni di oggi o saranno costretti a replicare ancora i soliti grandi come De Andrè, Dalla, Zero e così via? La domanda è retorica, è ovvio e giusto che si preferirà tramandare ai nuovi giovani De André piuttosto che Baby K, Giusy Ferreri e via discorrendo. Ormai sono rimaste solo le radio e le case discografiche a non capire che e non si da spazio a nuovi veri cantautori tutto sarà destinato a finire in malo modo. In questa situazione non emergeranno mai i nuovi De Gregori, Battiato, Califano ma si cercherà la voce perfetta, aggiustata al computer, con il solito brano vuoto che permetta vendite, o meglio visualizzazioni, in poco tempo e nello stesso modo scomparire per far spazio al nuovo fenomeno di turno con già la data di scadenza sul retro. A Salvoemme e a tutti i giovani talenti nascosti dico solo di non mollare con la speranza che qualcuno presto si accorga di voi e decida di dare una sterzata a questo andazzo e garantire un futuro al nostro patrimonio musicale.