Federico Salvatore prosegue il suo viaggio nella napoletanità con "Mannaggia bubbà", nuovo singolo della sua prossima pubblicazione discografica. Quel percorso, iniziato ormai diversi anni fa, atto a riscoprire, rappresentare, divulgare, valorizzare ed, in taluni casi, a demonizzare la napoletanità più autentica e la storia della stessa si arricchisce adesso di un ulteriore tassello che ripercorre attraverso modi di dire ed espressioni dialettali il carattere e l'essenza del napoletano, quello però, come recita il testo di "due secoli fa". Questo è, infatti, probabilmente il centro della nuova fase di questa avventura storico-antropologica di Federico Salvatore sulla napoletanità, ovvero far riscoprire alle nuove generazioni chi siamo stati, far ritrovare quelle radici attraverso un libro di storia, i racconti degli anziani o, grazie alla sua opera, attraverso un disco. In questa epoca di povertà identitaria e culturale almeno le proprie origini dovrebbero essere conosciute e valorizzate. Il suddetto brano è riferito prevalentemente al linguaggio, alla lingua napoletana, patrimonio culturale e storico da preservare, tramandare e proteggere affinché non venga dimenticato o attualizzato con forme e sonorità che nulla hanno di a che vedere con l'idioma autentico. Perdere le nostre radici linguistiche sarebbe come strappare pagine della nostra storia, calpestare i nostri avi, cancellare parte del nostro dna. L'artista, quindi, mostra ancora il suo coraggio nell'esporsi in difesa della napoletanità e facendolo sempre con le sue armi migliori: grande cultura storica della materia, eccellenti capacità di scrittura e compositive, ironia e sarcasmo dosate al punto giusto ed una forza interpretativa e naturale, cruda, verace, napoletana in tutto e per tutto. Non farà paura a Federico affrontare questo nuovo cammino ancora senza l'appoggio di media nazionali che ormai per lo stesso artista è quasi motivo di vanto, visto da dove è partito questo ostracismo nei suoi confronti. La battaglia intrapresa dall'artista è ardua ma necessaria e Salvatore è quel Don Chisciotte con la maschera di Pulcinella e l'anima di Masaniello di cui la Napoli di oggi ha davvero bisogno.