LORENZO FRAGOLA: 4 - Banale, privo di sostanza. Brano vuoto che accentua l'assenza di carisma di un ragazzino ancora non pronto per quel palco.
NOEMI: 7 - Ottimo testo firmato Masini che non si concilia a perfezione con lo stile della pur brava Noemi. L'autore avrebbe sicuramente reso di più su quel tipo di tonalità intimiste e sui crescenti rabbiosi che sono un po' un marchio di fabbrica dell'artista fiorentino. Noemi sopperisce con la solita grinta ma questo testo forse va scandito un po' meglio in tutti i suoi colori.
DEAR JACK: 4 - Anche qui la banalità la fa da parona. Si sente la loro inesperienza in un brano che ricorda "L'essenziale" di Mengoni. Tutto già visto e già sentito ma la colpa è di chi ancora si ostina a portare all'Ariston ragazzi ancora privi di un adeguato spessore artistico.
CACCAMO & IURATO: 5 - Di coppie all'Ariston ce ne sono state tante e spesso sono risultate esibizioni che hanno fatto la storia del Festival. Qui l'affinità è assente ed anche il brano non aiuta. Caccamo forse più preparato ma nel complesso una performance trascurabile.
STADIO: 8 - Quando c'è qualità si vede subito ed è enorme la differenza con chi li ha preceduti. Il maestro Curreri ed una band di professionisti che si mettono in gioco e ci regalano un brano emozionate, inizialmente scritto per Vasco, che ci fa riconciliare con la vera musica italiana.
ARISA: 6,5 - Manca il volo a questa canzone anche se si dimostra orecchiabile e leggera anche se nasconde aspetti interessanti fra le pieghe del suo testo. Lei è brava e la esegue con solita semplicità di chi ha le spalle larghe per essere su quel palco.
ENRICO RUGGERI: 9 - Senza dubbio il più completo della prima serata. Sonorità tipiche del suo repertorio ed una attenzione al testo che riesce ad evitare banalità anche parlando d'amore. Al decimo Festival non perde mai la voglia di mettersi in gioco e lo fa sempre con grandissima professionalità e qualità. Andrebbe preso d'esempio da altri grandi artisti che accettano di salire su quel palco solo da "superospiti".
BLUVERTIGO: 3 - Difficile pensare che tra le canzoni scartate non ci fosse qualcosa di meglio di questa proposta abbastanza scadente. Le sonorità retrò sono l'unico aspetto interessante ma tra un testo scarno e una interpretazione discutibile il risultato è ampiamente deludente.
ROCCO HUNT: 6.5 - Tra omaggi più o meno velati alla musica di Pino Daniele ed il solito rap sociale non emergono spunti innovativi. Il messaggio del testo è da condividere ma pecca in originalità ed è forse inevitabile per un genere destinato a toccare sempre le stesse corde.
IRENE FORNACIARI: 6 - Il testo di Beppe Dati ed il tema importante aiutano a capire la sua presenza in gara ma lei ancora non convince. Magari con un artista di un altro spessore la cosa avrebbe reso di più a lei, invece, vale appena per una stiracchiata sufficienza.