"Il mutevole abitante del mio solito involucro" rappresente il brano e l'album della maturità di Silvia Salemi. L'artista, infatti, dopo il boom ottenuto negli anni '90 aveva avuto una pausa artistica dovuta anche ad aspetti privati fra cui la maternità per poi tornare con questo album nel 2007 con una età diversa ed una consapevolezza maggiore nelle proprie capacità. Commercialmente, Silvia, con questo album non ripeterà i numeri dei suoi primi anni di carriera ma rappresenterà comunque un ritorno professionale importante dopo una lunga assenza dalle scene. Ad accompagnare la Salemi nella composizione dei brani c'è sempre il fidato Giampiero Artegiani ed i risultati si vedono. Diversi sono i brani notevoli e soprattutto il suddetto che dà il titolo all'album è forse quello che meglio sintetizza la crescita di un'artista che comunque, anche in giovane età, si era sempre mostrata molto attenta a tematiche importanti ed a testi ben curati. Un'artista mai banale che, con questo brano, decide di osare ancor di più toccando una questione complicata e non molto commerciale come la battaglia interiore che ogni essere umano combatte ogni giorno con il proprio io. Silvia si destreggia, quindi, tra l'essere e l'apparire, tra ciò che si sente dentro e ciò che, invece, viene messo in mostro. Si parla, quindi, in qualche modo di quelle maschere che ognuno di noi è costretto ad indossare per recitare un ruolo in una società che non ammette debolezze e che spesso ci allontana dal proprio instinto e del proprio libero pensiero. Ed è proprio in quel momento, infatti, che nasce la sfida, la battaglia, tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere. Un discorso non facile da affrontare ma espresso in maniera efficace dalla Salemi e da Artegiani con questo pezzo che entra di diritto tra le più belle performance della talentuosa e spesso dimenticata interprete sicilana. La Salemi, infatti, rientra tra quelle poche voci femminile capaci di trasmettere ciò che canta facendo passare il messaggio con estrema facilità e con grande trasporto. Questo dono appartiene a poche donne della musica italiana ed è questo che fa di una cantante un'artista. Mia Martini, Fiorella Mannoia, Andrea Mirò, Mariella Nava e poche altre hanno questo dono e trascurarlo è un qualcosa di dannoso per il bene della nostra musica. Da diversi anni, infatti, Silvia era completamente sparita dai maggiori media nazionali e solo grazie all'interessamento di Carlo Conti che l'ha voluta a "Tale e quale show" ha acquisito una nuova visibilità permettendola di farla conoscere anche alle nuove generazioni. Si spera che ciò possa essere positivo per il prossimo album, a cui Silvia sta lavorando scrivendo i brani di propria mano, affinchè non cadi subito nel dimenticatoio come successo per il suddetto album. Dal 2007, infatti, non ci sono state nuove pubblicazioni e ciò è dovuto anche l'impossibilità, vista l'assenza dei media, di una adeguata promozione. Oggi che ciò che potrebbe avvenire si spera che Silvia colga a volo questa occasione con un lavoro che la consacri definitivamente. Per la cronaca, infine, per il videoclip de "Il mutevole abitante del mio solito involucro" c'è stato il debutto alla regia di Beppe Fiorello premiato, inoltre, con il "Venice Music Award" del 2007 per il miglior esordio. Una vittoria tutta sicula che si spera possa avere il giusto e meritato seguito affinchè non venga compromessa per sempre una carriera di una vera artista a favore dei soliti noti.