"Beato te" è una chicca della discografia di Marco Masini e cioè uno di quel brani che non hanno avuto una gran fortuna commerciale ma che rappresentano al meglio la qualità, il pensiero ed il modo di fare musica dell'artista in questione. Il "successo" di un brano è legato a tantissimi fattori e sono tante le perle di molti artisti che vengono trascurate per diverse ragioni estranee all'entità artistica del prodotto. L'attenzione mediatica e la promozione sono spesso aspetti determinanti e, quindi, interessi aziendali della discografia o delle emittenti radio-televisive ma anche situazioni legate al mercato musicale o ad interessi personali. Nel caso di "Beato te", il brano è inciso nell'album "L'Italia... e altre storie" del 2009 e, nonostante Masini abbia già superato il suo periodo nero dal punto di vista mediatico, l'artista vive una fase transitiva della sua carriera visto che dopo i successi degli anni '90 e le problematiche nate per ragioni non artistiche tra fine anni '90 e primi anni del 2000, Masini cerca nuove strade seppur non abbandonando, almeno per questa fase, una penna a lui molto cara e fortemente legata ai suoi primi grandi passi discografici e cioè quella di Giuseppe Dati che è autore del brano insieme a Marco come dell'intero disco ad eccezione di "Gli anni che non hai" che porta il testo di Giorgio Faletti. In "Beato te" Masini resta affascinato dall'entusiasmo mostrato giustamente da un quindicenne verso il mondo e verso il proprio futuro. Masini vede, da persona matura, come quel mondo definito "giocattolo" non sia più per lui poiché già deluso dagli anni e dalle esperienze vissute. La spontanea ingenuità del ragazzino nel credere nelle persone, nei sentimenti, in un futuro meritocratico e giusto sorprende e spaventa allo stesso tempo il protagonista che non vorrebbe mai veder spezzata quella illusione e, quindi, quella luce di speranza nei suoi occhi. L'uomo, però, sa bene che crescendo, il ragazzo, si renderà conto della difficoltà della vita e della falsità del mondo e, inevitabilmente, perderà quella fiducia e quell'animo da sognatore che è frutto naturale della sua età. L'autore, quindi, disegna una immagine affascinante e drammatica allo stesso tempo che riporta un po' al Masini anni '90, quell'artista voce e manifesto di una generazione che ha saputo raccontare la realtà senza troppi giri di parole ma con tanta cruda verità in forma di poesia. Forse è racchiuso proprio in ciò la forza di questa canzone che come "Lontano dai tuoi angeli", altro magnifico pezzo contenuto in questo album, rappresenta, anche se in modo più pacato, un legame ancora evidente con il primo Masini tra tanti esperimenti e variazioni stilistiche e di linguaggio in cui il suo marchio graffiante è andato un po' perdendosi comparendo, solo sporadicamente, negli ultimi lavori e questo è dovuto soprattutto alle esigenze del mercato discografico e del mondo dei media a cui Masini, come tanti, si è dovuto in parte adeguare per far sentire ancora la sua voce e non essere nuovamente e forse definitivamente oscurato da una industria musicale che sta pagando con l'attuale crisi autoriale e qualitativa tutti i suoi errori senza pensare che l'unica vera arma per vincere la crisi culturale, sociale e, quindi, economica è la qualità e bisogna puntare su artisti capaci di smuovere il pensiero dando loro carta bianca senza alcun paletto garantendo promozione e diffusione anche di prodotti meno commerciali mettendo, invece, al bando prodotti "usa e getta" che fanno il male della musica, degli artisti e dell'utenza musicale italiana.