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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

"In bianco e nero": La Consoli si rivede in quella madre "rivale"

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"In bianco e nero" è un brano scritto da  Carmen Consoli e portato al Festival di Sanremo del 2000 dalla stessa cantautrice catanese. Al Festival, la canzone, si piazza solo settima ma otterrà nel tempo un ottimo risultato nel riscontro commerciale e radiofonico. Questo brano rappresenterà, infatti, la reale consacrazione della Consoli che già si era messa in evidenza tre anni prima, tra le nuove proposte di Sanremo, con la canzone "Confusa e felice" che le aprì le porte della notorietà. L'album intitolato sempre "Confusa e felice" rimane per ben 21 settimane tra i dischi più venduti raggiungendo il disco di platino e permettendo alla "cantantessa", così è soprannominata, di vincere il premio "PIM", premio italiano della musica, come rivelazione dell'anno. Nonostante questo grande exploit la Consoli, come detto, riceve la sua consacrazione con l'album "Stato di necessità" che contiene, appunto, "In bianco e nero" oltre a "Parole di burro" ed alla fortunatissima "L'ultimo bacio" che farà da colonna sonora all'omonimo film di Gabriele Muccino. Questa volta, il disco, resta in classifica per 36 settimane e farà vincere all'artista siciliana due "Italian Music Awards" come miglior artista donna e miglior singolo per "Parole di burro" e due "PIM" per le medesime categorie oltre al "Nastro d'argento" come miglior colonna sonora per "L'ultimo bacio". A confermare il successo di questo album arriva l'edizione francese del disco "Etat de necessitè" prodotto da Henri Salvador e l'inserimento tra i dieci miglior album del decennio ad opera del "Corriere della sera" nel 2010. "In bianco e nero", in particolare, è una canzone che ben rappresenta lo stile di questa artista particolarissima che, oltre a differenziarsi per un inusuale timbro vocale, si fa notare per il vasto registro linguistico utilizzato nei testi risultando, anche nella scelta delle parole, originale, forbita e mai banale. Malgrado questo uso talvolta estremo della lingua italiana, la Consoli, riesce ad essere sempre diretta nei messaggi che intende lanciare e nei significati che vuole trasmettere. Questa canzone, in parte autobiografica, parte da alcune foto della madre, ora defunta, da bambina e da ragazza in cui l'autrice si rivede nel lineamenti e ciò rincara il rammarico di non essere mai riuscita ad instaurare con lei un dialogo ed un reale rapporto di fiducia e di complicità. Spesso, infatti, le due donne descritte dall'autrice della canzone etravano in una tacita competizione vivendo un rapporto che sfociava in malumori e continue incomprensioni. La protagonista, quindi, nota delle affinità che gli rendono incomprensibili quei comportamenti di lontananza e di noncuranza fatti di silenzi e di ostilità e rimpiange di non aver avuto la forza, quando la madre era in vita, di chiederle delucidazioni in merito a questi atteggiamenti invece di dimostrarsi inacessibile e fiera temendo una sciocca ed innata rivalità. Un gran bel testo, quindi, che rende l'idea delle capacità autoriale di questa artista che ha saputo imporre un proprio stile grazie al suo talento ed alla qualità delle sue proposte musicali. Non a caso Carmen Consoli è entrata nelle grazie di un grande della nostra musica come Franco Battiato che più volte gli ha permesso di aprire i suoi concerti oltre a collaborare, sia in veste autoriale che canora, in più di un'occasione.

 

 

 

 

 

 

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