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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

"Il cielo": Un capolavoro firmato Renato Zero

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"Il cielo" è uno dei primi grandi successi di Renato Zero, al secolo Renato Fiacchini. Pubblicato nel quarto album dell'artista "Zerofobia" del 1977, il brano, assume negli anni una posizione importante nella discografia del cantautore romano tanto da diventare, in molte occasioni, la canzone di chiusura dei suoi spettacoli. "Il cielo" è uno dei primi brani scritti dallo stesso Zero in persona ed è per tale motivo che l'artista ne è particolarmente legato. Inoltre, proprio in occasione dei suoi live, Renato, ha modificato la parte finale del testo inserendo una celebre parte recitata divenuta ormai parte della stessa canzone, un po' come successo per "Più su". Il brano parla del cielo riferendosi alla fede ed al rapporto dell'essere umano verso questa entità misteriosa a cui è legato il nostro destino. L'autore, quindi, invita a vedere oltre quella macchia buia e ad avvicinarsi a Dio per sperare in futuro migliore oltre che godere della propria attuale esistenza su questa Terra. Zero, inoltre, rappresenta l'impotenza umana sotto l'immensità del cielo e indica come una salvezza la fede poichè chi si lascia distogliere dalla propria vanità o, peggio ancora, eccede in violenza, non rende onore alla vita e sotterra la propria dignità non meritando nemmeno pietà. L'autore, dunque, ha integrato il testo coivolgendo i suoi fans con l'intenzione di sottolineare i valori dei veri sentimenti che rappresentano l'unica salvezza dell'uomo. L'amore e l'amicizia sono, quindi, i valori da ricercare per dare nuova luce ad un mondo grigio e stanco. Proprio questa ultima parte, cantata dal pubblico nei concerti, rende questo brano un marchio di fabbrica di Renato Zero e del suo modo di intendere la musica e lo spettacolo oltre che la sua scala di valori per avere un mondo di migliore dove basta un sorriso o una stretta di mano per sentirsi serenamente parte di quel cielo. Come tutti i grandi classici, anche questo è stato oggetto di diverse cover come quella di Mina, di Rosario Fiorello o dei New Trolls. Inoltre, nel 1999, Renato Zero ne ha eseguito una spettacolare versione in duetto con il maestro Luciano Pavarotti.

 

 

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