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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

"Fiume Sand Creek": De André canta il massacro dei pellerossa

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"Fiume Sand Creek" è un brano molto particolare di  Fabrizio De André e scritto in collaborazione con  Massimo Bubola. Il brano pubblicato nell'album "Fabrizio De André" del 1981 noto anche come "L'indiano" per la copertina che ritrae un nativo americano a cavallo, venne poi inciso anche da Bubola successivamente. Il testo, dove Faber paragona il popolo sardo a quello degli indiani come abitanti e custodi di un loro mondo, prende spunto dal brutale massacro ai danni dei pellerossa avvenuto il 29 novembre del 1864 per mano delle truppe della milizia del Colorado comandate dal colonnello John Chivington. In quell'occasione le guardie attaccarono un villaggio di Cheyenne e Arapaho uccidendo donne e bambini. Furono circa 180 le vittime ed altri furono mutilati tra i pellerossa mentre solo una decina di soldati trovarono la morte. Il colonnello e i suoi uomini ebbero anche il coraggio di mostrare alcune parti del corpo, in particolare feti di donne incinte e genitali, nell'Apollo Theater di Denver. In America ci furono feroci attacchi per questo episodio e venne aperta una inchiesta dove ci furono anche dei testimoni che dichiararono la colpevolezza della milizia nell'aver compiuto un vero e proprio massacro a danno di innocenti. Alcuni di questi testimoni furono ammazzati e nonostante ciò, sia il colonnello che le truppe, non furono mai perseguiti. De André racconta l'episodio attraverso il linguaggio innocente di un bambino vittima dell'accaduto :"...Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso il lampo in un orecchio e nell'altro il paradiso...". Faber, in merito alla canzone, dichiarò di aver preso spunti dal libro-intervista "Memorie di un guerriero Cheyenne" che raccoglie le memorie del pellerossa "Gambe di Legno". Rispetto alla reale vicenda, per esigenze metriche, gli autori cambiano il grado e l'età dell'allora quarantatreenne colonnello Chivington che diventa "un generale di vent'anni". La storia cantata da De André si conclude in terza persona con il finale doloroso, come realmente accaduto, dello sterminio dei bambini :"...Ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek...". Un grande brano, quindi, che racconta una triste pagina di storia degli Usa e dell'intero mondo intero "civile". Il brano è stato poi oggetto di diverse cover come quella di Luciano Ligabue del 2000 o quella di Shel Shapiro che ne realizzò una versione in inglese dal titolo "River Sand Creek" che incise nell'album "Storie, sogni e rock'n'roll" e che destinò anche ad un progetto legato alla musica italiana della mitica Patti Smith. Oggi quell'area, palcoscenico di suddette atrocità, è protetta dal "National Park Service" nel "Sand Creek Massacre National Historic Site". La vicenda, ovviamente fu oggetto anche di altre espressioni artistiche come la canzone "The Crimson Parson" di Peter La Farge o il film "Soldato blu" di Ralph Nelson. In Italia, invece, oltre a De André anche Emilio Salgari ha posto alcuni riferimenti al massacro nei romanzi "Sulle frontiere del Far-West" e "La scotennatrice". Un evento, dunque, che ha scosso l'America ed il mondo intero e che De André da grande osservatore ha saputo raffigurare al meglio le sensazioni di quei popoli che rappresentano un'altra espressione di quella emarginazione da sempre descritta e sottolineata con estrema vicinanza e solidarietà da Faber in tutto il suo storico e grandioso percorso artistico.

 

 

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S
Buongiorno, ho letto il bell'articolo sul massacro del Sand Creek, notando un errore di scrittura della data dell'accaduto, che ovviamente è nell'anno 1864 e non 1964. Cordiali saluti Salvatore Anania
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M
Grazie mille. A presto!