E' successo ancora: Anche l'Isola del Giglio, teatro del naufragio della Concordia, è diventata meta turistica per tantissimi curiosi che hanno raggiunto quel luogo per il solo gusto di poter osservare dal vivo il relitto della nave e strappare una misera quanto macabra foto ricordo. Sarà l'accanimento mediatico delle televisioni che seguono queste vicende senza alcun limite legato alla decenza ed al buon gusto o sarà forza primitiva innata nell'essere umano che spinge individui privi di remore e delicatezza a raggiungere questi luoghi per respirare quel che resta del dramma. Non è da escludere la smania di protagonismo che porta queste persone a seguire la scia dei media con la speranza di essere notati e magari ricevere un'intervista. Qualunque sia il motivo di quest'assurda pratica rimane un comportamento vile che un grande cantautore come Samuele Bersani, con la solita intelligente ironia, aveva già rappresentato al meglio in una sua composizione dal titolo "Pesce d'aprile". Nel brano, pubblicato nell'album "Manifesto abusivo" del 2009, Bersani si chiede come queste situazioni possano appartenere alla realtà al punto che l'autore crede di vivere in un eterno "Pesce d'aprile" e cioè in uno scherzo continuo. Purtroppo questa è davvero la realtà, questi viaggi avvengono ed i tour dell'orrore raccontati nella canzone attirano sempre più gente. Da grande osservatore del nostro tempo, Bersani, ha saputo cogliere questo terribile aspetto e riportarlo in musica con la consueta leggerezza facendo, però, passare un ottimo spunto di riflessione su questa prassi ed anche lo smarrimento umano davanti a tale comportamento. L'impossibilità di credere che tutto ciò sia reale, che davvero tante persone scelgano questi luoghi per i loro viaggi di piacere, mette l'autore in crisi ed il "pesce d'aprile" è l'unica risposta credibile che riesce a darsi o che vorrebbe darsi. Ma tante volte la fantasia non basta a cancellare la realtà e nonostante rimanga un comportamento inconcepibile per molti è facile riscontrare tale macabra pratica ogni qualvolta che avviene una nuova tragedia.