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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

"Fotoromanza": La Nannini ironizza sui cliché sentimentali

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"Fotormomanza" è una canzone di  Gianna Nannini del 1984 e pubblicata nell'album "Puzzle". Il brano colpì subito sia per la grinta espressa dall'artista senense sia per l'ironico sguardo ai comportamenti e, soprattutto, alle definizioni usate nei rapporti di coppia del quale si occupa nel testo. La Nannini vince il Festivalbar ed il singolo fu uno dei più venduti dell'anno. Famosa molto di più in Germania, fino ad allora, la rocker toscana inizia proprio con questa canzone a vendere in maniera importante anche in Italia facendosi apprezzare dal grande pubblico. Al contrario proprio "Fotoromanza" non venne accolta benissimo in Germania per la celebre frase "Questo amore è una camera a gas..." che poteva rimandare alle tristi vicende dei campi di concentramento. Nel nostro Paese, invece, il pezzo va forte e questo neologismo creato dalla Nannini che unisce il fotoromanzo alla romanza melodica da l'idea delle intenzioni con le quali l'artista vuole trattare l'argomento. Le smielate dichiarazioni d'amore o le eccessive cupe immagini che ricorrono alle prime difficoltà sono gli aspetti che la Nannini intende sottolineare con una ironia tutta toscana. Grazie a questo disco venne rivalutata, in Italia, anche la produzione precedente dell'artista e diedero la spinta decisiva per la sua gloriosa carriera che la vede ancora sulla cresta dell'onda. Per il testo di "Fotoromanza", la Nannini, si è avvalsa della collaborazione di Raffaella Riva, componente del "Gruppo Italiano" in voga negli anni '80. Il videoclip di questa canzone fu diretto dal grande maestro del cinema italiano Michelangelo Antonioni che volle cimentarsi in questa nuova realtà che stava nascendo. Nel video, il regista romagnolo, rappresentò didascalicamente i versi cantati dalla Nannini concludendo la sequenza con una simulazione di asfissia da parte dei musicisti che rievoca sia la celebre "camera a gas" e sia "il gelato al veleno" che chiude la canzone. Dal punto di vista musicale la Nannini mescola elementi elettronici con spunti di hard rock che appartengono al bagaglio tecnico e stilistico di Gianna. Successivamente poi la Nannini ha riproposto questa stessa canzone in diverse vesti sonore andando dal rock puro al punk e sempre riscuotendo una risposta positiva dal pubblico. Una canzone decisiva, quindi, per la strada artistica della Nannini che ancora oggi non vede fine ma continua ad essere lastricata di successi.

 

 

 


 

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Gianna Nannini

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