La lista dei Big di Sanremo 2024 ci offre una chiara e limpida certezza: Amadeus ha smesso i panni di Direttore Artistico ed ha indossato quelli da C.T. ovvero Commissario Tecnico o, per meglio dire, selezionatore di una nazionale cantanti che dovrà scendere in campo per difendere il suo buon nome e i dati auditel prima ancora della credibilità della nostra musica. Non ci sarebbe stato niente di male se da C.T., lo stesso, avesse selezionato le migliori canzoni proposte ma pare evidente che, siccome al conduttore piace vincere facile, la scelta sia stata fatta con classifiche alla mano e, quindi, evidentemente, senza nemmeno l'ascolto dei brani se non per quei pochi spazi bianchi rimasti. Torna, infatti, strano che tutti gli artisti oggi più quotati in radio e quindi mediaticamente più forti, al di là delle capacità, abbiano azzeccato tutti e contemporaneamente il brano giusto da presentare. L' ultimo dubbio sarà svelato all'ascolto dei brani ma è lapalissiano che pressioni esterne o la volontà di mirare esclusivamente su artisti attualmente forti sul mercato discografico per ottenere facili riscontri dall'auditel per quello che dovrebbe rappresentare il suo ultimo Sanremo abbia avuto il sopravvento rispetto ad una selezione effettiva dei brani migliori. Certo è che il Festival andrà bene per i suddetti motivi, in radio andrà forte e volerà in termini di streaming e visualizzazioni ma credo non sia questo il modo per salvaguardare la qualità della nostra proposta nel mondo e per darle un futuro roseo. Amadeus forse pensa di sopperire a questo con Il Volo ed i Ricchi e Poveri ma forse peggiorerà le cose rappresentando, se gli stessi manterranno i soliti canoni, un Italia che non esite più e che vende solo all'estero in determinati contesti. Nella lista manca solo Elodie e quasi certamente per sua scelta mentre tutti gli altri che in questi mesi hanno inondato le radio fino allo sfinimento saranno presenti all'Ariston per poi ricominciare a rigirare in radio fino alla prossima estate dove partoriranno nuovi tormentoni usa e getta e così via. Ma la musica italiana può essere solo questa? Può essere pilotata da una cerchia di protetti che tra l'altro si servono degli stessi management e, spesso, degli stessi autori? Purtroppo il pubblico di massa non dà peso a questi aspetti e assorbono ciò che i media gli imboccano con violenza fino ad un indolore lavaggio del cervello. Proprio per questo, su quel palco, ancora una volta mancheranno i cantautori, i pensatori, i giocatori liberi, coloro che sono stato il vanto della nostra cultura musical. Nè loro, i grandi, per ovvi motivi, nè i loro successori, una categoria completamente debellata da questa ondata di nomi da Festivalbar. Eppure, Sanremo è un'altra cosa o almeno lo era, Sanremo, per farla breve, è quel palco dove uno come Luigi Tenco si è tolto la vita (?), essendo stato eliminato ma pare che Amadeus, e chi gli offre ancora la possibilità di infangare quelle gloriose tavole, l'abbia dimenticato o, peggio, è lì per cancellare ciò che resta delle tracce del nostro passato per lasciare campo libero ai nuovi padroni della nostra musica.