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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

"Una carezza in un pugno": L'evergreen di Celentano ed il presunto significato nascosto

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"Una carezza in un pugno" è uno dei brani più noti ed amati della discografia di Adriano Celentano. La canzone venne incisa nel 1968, a due anni dal grande successo ottenuto con "Il ragazzo della via Gluck" in un album che portava eccezionalmente due titoli "Azzurro" da un lato e "Una carezza in un pugno" dall'altro per sottolineare i due brani più importanti del progetto che, tra l'altro, conteneva anche "Canzone" e "La coppia più bella del mondo". Il testo è stato scritto da Luciano Beretta e Michele Del Prete mentre la musica è stata curata da Gino Santercole, nipote di Adriano, e Nando De Luca. Il disco, ovviamente, fu un successo e tutt'ora le due canzoni sono tra i cavalli di battaglia dell'artista milanese. All'epoca, il brano, sorprese anche per l'evidente errore grammaticale presente nel ritornello: "...Ma non vorrei che tu a mezzanotte e tre stai già pensando a un altro uomo..." che venne, però, ridimensionato dallo spessore dell'interprete e dalla devozione del pubblico verso lo stesso Celentano. Il brano rappresenta la tenera forza di un amore romantico e la feroce gelosia che lo stesso, talvolta, provoca. Il noto critico musicale Mario Luzzatto Fegiz definì la canzone: "La sintesi del sentimento: a mezzanotte la certezza, a mezzanotte e tre il dubbio". Il pensiero espresso nel brano, inoltre, assume un elevato spessore poetico grazie alla penna garbata di Beretta, grande autore e paroliere, considerato il vero poeta del Clan Celentano. Un'altra corrente di pensiero, invece, vede nel testo un intento molto meno poetico e cioè una sorta di velato inno alla masturbazione maschile. Questa ipotesi è stata promossa, tra gli altri, dal giornalista Luca Sofri che pare sia arrivato a tale conclusione attraverso delle dirette dichiarazioni di Santercole. In ogni caso, negli anni, il brano, ha acquistato sempre più forza grazie anche ad alcune fortunate cover che hanno permesso alle nuove generazioni di riscoprire la canzone come quella realizzata da Rosario Fiorello nel 1995 nell'album "Nuovamente falso" o quella del duo Musica Nuda, composto da Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, per il disco "55/21" del 2008. Un capolavoro senza tempo, quindi, che ha contribuito in maniera importante alla consacrazione di un vero e proprio mito della nostra musica come Adriano Celentano.

 

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