A tre anni da "Fare il napoletano...stanca" torna Federico Salvatore, il cantautore che oggi meglio rappresenta l'anima e la cultura della vera Napoli. Evitando luoghi comuni e solite banalità Federico narra la sua città attraverso la storia della stessa della quale ne è un profondo conoscitore. Alle letture ed ai documenti di qualsivoglia genere, l'artista o meglio l'uomo Federico, affianca la propria esperienza da napoletano cresciuto in uno dei quartieri fulcro della mentalità e della tradizione partenopea come il quartiere "Stella". In quell'ambiente si è formato una persona che ha raccolto e recepito ogni segnale di quel popolo ed che oggi, acquisita una maggiore maturità, riesce a vedere ogni aspetto di quel folkloristico e crudo teatro rionale. Federico prende in esame pregi e difetti schierandosi anche tra i colpevoli dei tanti errori che hanno rovinato la faccia ad una realtà un tempo regina ma, al contempo, non accetta chi compiaciuto, per motivi campanilistici, politici od economici, punta il dito contro i napoletani lanciando calunnie che non tengono conto della storia bensì ne agevolano una distorsione della stessa per far fronte ai propri interessi. E' bene e giusto, quindi, che sia un napolatano cosciete ed istruito a mettere in piazza ciò che della città non và e ciò che, invece, non va dimenticato al fine di creare un falso storico che permetti la totale distruzione della cultura e della tradizione napoletana. In molti ci hanno provato e continuano a farlo senza tregua ed in ogni ambito senza alcuna vergogna o pudore: telegiornali, editoria, politica e media in generale spesso si prendono la briga di giudicare un luogo che non conoscono e che non vivono per il solo gusto di puntare il dito contro Napoli ed i napoletani. Si prova a far passare, ad esempio, Gigi D'Alessio come simbolo ed idolo di Napoli omettendo i fischi ricevuti dallo stesso in diverse esibizioni sul territorio o, di promuovere i neomelodici come la nuova musica di Napoli. Lo stesso Federico ha sottolineato questo concetto nella meravigliosa "Se io fossi San Gennaro" con la frase: "...il critico ha concesso al neomelodico l'evento di buttare in fondo al cesso Napoli del Novecento...". Quella dei neomelodici, infatti, non è altro che un cancro di Napoli da estirpare al più presto facendolo cadere nell'anonimato più assoluto poichè non si tratta solo di aspetto puramente musicale bensì di un disastro culturale per le nuove generazioni di napoletani. La musica e la cultura napoletana da far passare è quella di D'Angelo, di Gragnaniello, di Avitabile e di Salvatore appunto senza dimenticare mai le radici artistiche del vasto pastrimonio culturale della nostra città che andrebbero insegnate nelle scuole insieme allo stesso dialetto napoletano. Ed è proprio da quest'ultimo che Federico Salvatore riparte con la sua musica con un progetto totalmente in dialetto che è stato lanciato da un sublime singolo dal titolo "Napocalisse" scritto senza apostropo per legare Napoli all'apocalisse odierna. Nel brano vengono elencate, su di un elegante tappeto musicale, le iatture e le disgrazie di cui la città è stata vittima nella sua storia ma esce fuori forte anche quell'orgoglio del vero partenopeo, figlio della mitologica sirene Parthenope, che prende le distanze da una determinata realtà e afferma con fierezza di non aver seguito nè il consiglio eduardiano: "fujtevènne", ovvero fuggite, nè un miserabile "futtètenne", ovvero infischiatevene. Il napoletano che Federico rappresenta è quello che non si nasconde tra l'indifferenza generale ma quello che risponde stizzito alle accuse pilotate e lotta internamente sul territorio per promuovere la vera cultura e la reale anima di questo popolo facendo autocritica ed evitando che si lasci passare, senza alzar dito, che ciò che si racconta al di fuori dei nostri confini sia davvero la Napoli di oggi. Federico continua così che la vera Napoli è con te!!!Non smettere mai di cantare la nostra storia: sei tu la nostra voce!!!