"Io non appartengo più" è la perla dell'ultimo omonimo disco di Roberto Vecchioni. Pubblicato l'8 ottobre, l'album, è stato lanciato dal singolo "Sei nel mio cuore", brano sicuramente più radiofonico secondo i parametri del mercato attuale rispetto alla suddetta canzone che, non a caso, da il titolo al disco. "Io non appartengo più" è la confessione di uomo maturo che non si rispecchia più in una società fin troppo digitalizzata che ha completamente smarrito la bellezza del contatto umano e la spontaneità di comportamenti dettati da tangibili sentimenti. Vecchioni, ad esempio, ricorda con fierezza quei segni sulle dita lasciati dalle corde di una chitarra che l'ha accompagnato per tutta una vita o quegli imbranati atteggiamenti giovanili che si ripetevano ad ogni nuovo amore. Tutto questo oggi sembra non esserci più, in questo tempo del "delirio digitale" e del "pensiero orizzontale" che ognuno senza alcun freno, in una sorta di "democrazia totale", è libero di condividere attraverso queste nuove piazze virtuali che sono i social network. Certo tutto questo, se usato correttamente, può essere anche un bene a favore del libero pensiero e della corretta informazione oltre che per diletto se visto come una integrazione della vita sociale e non come un surrogato sostitutivo della stessa. Ed è proprio questo che Vecchioni, con questa accorata riflessione, pone al centro del discorso dichiarando di sentirsi un clandestino smarrito in questo tempo che non riesce nemmeno più a riconoscersi dietro un canto. E non gli basta la forza dell'intelletto per capire come questa società possa non rispettare la bellezza della vita reale ma allo stesso tempo non riesce a voltarsi ed a mostrarsi indifferente dinnanzi a tutto questo. Vecchioni, inoltre, specifica, se mai ce ne fosse bisogno, che non si tratta di una rifelssione malinconica dovuta all'età di un uomo stanco che sta per calare il sipario sulla sua vita ma una rabbiosa presa di coscenza sulla deriva di una società di un uomo che si sente perso davanti a tanta stupidità che lo circonda. Per tale motivo, Vecchioni, chiude il brano lasciando uno spiraglio aperto per chi volesse ancora, "con l'amore di una volta", far parte della sua vita e del suo mondo. Un capolavoro assoluto: l'ennesimo di un maestro di vita che ancora ci sorprende con la sua arte riuscendo a penetrare nell'animo e lasciando nella mente profondi spunti riflessivi su di una realtà che sta perdendo la propria bussola. Non bastasse il suo impegno artistico e da insegnante, Vecchioni, ha dimostrato la sua grandezza anche nel dichiarare solo dopo la guarigione di aver avuto un infarto e di aver sconfitto un tumore al rene quando, in tanti di questi tempi, avrebbero approfittato di questi tristi eventi per farsi pubblcità e guadagnare danaro vendendo l'esclusiva a qualche settimanale. Non a caso, infatti, Vecchioni, secondo alcune voci, sarebbe stato inserito tra i candidati del Premio Nobel per la letteratura ma la cosa, non essendo risultato vincitore, potrebbe essere accertata solo tra cinquant'anni visto che l'Accademia Svedese non rivela i nomi dei candidati prima di tale termine. Anche in questo caso, però, Vecchioni non ha strumentalizzato la cosa ed è certo che, con un disco in uscita, molti suoi colleghi o speudo tali avrebbero utilizzato questa prestigiosa notizia in ben altro modo. Questi due esempi, tra l'altro, dimostrano in maniera palese come Vecchioni realmente si sente di non appartenere a questo tempo. Come detto, infatti, la classe non è acqua e la grandezza di un uomo e di un artista si nota anche in questi piccoli ma fondamentali dettagli.