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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

Intervista con... Roberto Kunstler

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Kunstler 

1.Roberto, il tuo cognome in tedesco significa "artista". E' proprio vero, allora, che spesso nel nome di una persona si nasconde il suo destino?

Sono abbastanza un sostenitore della legge di non casualità, entro certi limiti, ho sentito dire che "things are done"...ma questo non credo possa togliere il giusto valore alla singola volontà ed al libero arbitrio di ogni individuo. Detto questo, le mie posizioni sulle definizioni vanno facendosi via via più estreme e quindi, in realtà, la mia risposta è che non penso in termini di poeta, artista, pittore, scienziato, filosofo, psicologo, astronomo, astrologo od altro si voglia immaginare. Tutte queste pur necessarie divisioni in categorie in realtà non esistono. Così come più si afferma l'arte più si corre il rischio di negarla... ma se è vero che ad un'affermazione estetica corrisponde un'affermazione etica, allora si, kunstler significa artista.

2.Hai iniziato la tua carriera come cantautore ottenendo delle belle soddisfazioni ma, nel corso degli anni, ti sei poi distinto soprattutto in qualità di autore. Fondamentale l'incontro e la lunga collaborazione con Sergio Cammariere che dura ancora oggi. Come valuti la tua esperienza di interprete?Cosa ti ha fatto scegliere di dedicarti prevalentemente alla scrittura?Cosa ha significato l'incontro con Sergio?Qual è il tuo pensiero sull'artista e sull'uomo Cammariere?

Anche questa domanda ha un collegamento con la prima che porta ad un esito leggermente fuorviante su come sono andate le cose in questi tanti anni di fare musica e parole, ovvero canzoni. La mia esperienza da interprete è un viaggio sempre più appassionante: da quando cantavo e suonavo per strada a sedici anni, nelle piazze storiche di Roma o Firenze... o dai tempi del Folk Studio dove mi esibivo ancora liceale sul finire degli anni '70. In tutte le collaborazioni, ed anche con Sergio, sono spesso io a dover definire l'andamento e gli accenti del canto di certi versi. In occasione di una collaborazione con Stefano Di Battista per Niki Nicolai, fui sorpreso quando lui mi chiese (eravamo nel suo studio) se gli registravo "al volo" una versione del pezzo, a cui avevo solo scritto il testo, cantata da me, per averla come riferimento. Per ciò che riguarda la valutazione della mia esperienza da interprete non credo stia a me farla ma le persone che mi ascoltano. Inoltre, vorrei specificare come le due attività di "autore" e "cantautore" non sono quasi mai (salvo in qualche collaborazione eccezionale) distinte l'una dall'altre. Se alcune delle mie canzoni "rivistitate" da Sergio Cammariere, o scitte insieme a Sergio, abbiano ottenuto una "popolarità" fino ad oggi superiore a quella di altre, credo, dipenda da una serie di fattori indeterminabili a priori. Restando alla tua domanda, direi che non è assolutamente vero che mi sono dedicato prevalentemente alla scrittura: questo è un aspetto di superficie. E' un "dato mediatico" che ha maggior rilievo dovuto soprattutto a manifestazioni come il Festival di Sanremo, dove il mio nome è apparso nelle qualifica di autore più di una volta. Ma Sanremo (dove anch'io sono passato nel lontano 1985, a poco più di vent'anni) dura una settimana... Nel frattempo, con più o meno assiduità, ho sempre continuato a suonare dal vivo, con delle pause anche normali in trent'anni di attività. Pause, per modo di dire, in quanto sono stati periodi in cui mi sono dedicato molto, oltre che alla scrittura continua di nuove canzoni, anche nella produzione, ovvero al lavoro in studio, alla fase di realizzazione. Senza però mai tralasciare partecipazioni ad eventi musicali importanti come, ad esempio, Musicultura e il Premio Tenco e suonando, di tanto in tanto, nei club e nei locali. Infine, quanto al mio pensiero su Sergio..: è un mio amico, lui ha un talento musicale innato ed assoluto. Suona il pianoforte, ma anche l'organo Hammond o il piano elettrico come pochi altri, ha una visione di assieme della musica da "grande maestro". Suona e conosce tutta la "scuola jobiniana"...insomma, è un grande musicita di livello internazionale. Non nasce come cantautore, e proprio per questo, la nostra collaborazione, ha un senso. 

3.Oltre che per Cammariere tu hai scritto anche per altri artisti oltre che per te stesso. Tenendo conto di tutta la tua storia artistica, qual è il tuo brano che ami di più?Quale, invece, quello che credi andrebbe riscoperto?Quale, infine, di un tuo collega ti sarebbe piaciuto scrivere?

Torno a sottolineare la vaghissima, se non addirittura inesistente, linea di demarcazione tra "scrivere per sé stesso o per altri". In tutta sincerità, quando scrivo una canzone, io credo di farlo da sempre per me stesso... e per gli altri, ovvero le persone che la ascolteranno, la gente... poi le canzoni vanno per la loro strada e, se altri artisti e interpreti le rifanno, è sempre un bene per la canzone. Lo dico spesso in questi ultimi tempi, se guardiamo anche alle canzoni di Bob Dylan dei primi anni '60 dobbiamo ricordarci che canzoni come "Blowing in the wind" non sarebbero arrivate a quel livello di popolarità, se non le avessero registrate e pubblicate anche Joan Baez, Peter, Paul & Mary, The Byrds con Davide Crosby e Roger Mc. Guinn che resero celebre Mr.Tambourine Man...fino ad arrivare alla famosa versione di "All along the watchtower" rifatta da Jimi Hendrix, che da quelle liriche e quei tre accordi, stravolse completamente la canzone, aprendo nuovi orizzonti musicali, fino a quel momento ancora sconosciuti. Tra le mie canzoni ce ne è una che molti amici tra gli "addetti ai lavori" mi hanno più volte fatto notare che dovrebbe, come dici tu, essere riscoperta. Si tratta di "Io farei qualsiasi cosa" ed è pubblicata in un mio disco del 2005. Con questo brano (ed altri) partecipai al Premio Musicultura e venne anche proposto al Festival di Sanremo 2004, l'anno dopo in cui avevo scritto con Sergio Cammariere "Tutto quello che un uomo", ma alla fine non venne presa e quindi...ci vorrà più tempo! E comunque, non penso mai a questi aspetti, non c'è una canzone migliore per tutti i momenti così come non c'è qualcosa scritto da altri che avrei voluto scrivere io.

4.Dal punto di vista prettamente autoriale, chi, nella storia della musica italiana, è il tuo punto di riferimento?

Non credo di aver avuto un punto di riferimento costante. Piuttosto, molti punti per un utile e costruttivo confronto. Ho sempre ascoltato tanta musica. Punti di riferimento sono l'incognito e la concentrazione ma, quello più importante per me, è l'attenta osservazione dello sgorgare dei miei pensieri. Questo, però, non significa che anche io non abbia, ovviamente subìto, le influenze del periodo storico in cui sono cresciuto.

5.Chi sono i tuoi miti musicali?Cosa ascolti oggi?Che pensi del cantautorato italiano attuale?

A quindici anni Bob Dylan è stato il mio primo ed ultimo "mito". Poi ho amato tante altre cose, troppe per elencarle qui. Tra gli "amori musicali", più che miti, ho piacere di ricordare Nick Drake, J.J. Cale, ma anche Leonard Cohen e tanti, tantissimi altri. In una recente intervista ho fatto un elenco di nomi, ma non mi sembra il caso di ripetere, Ne viene fuori un "elenco del telefono" mai completo.

6.Hai brani pronti nel cassetto?Per chi, in futuro, sogni di scrivere un brano?

Brani nel cassetto?Magari fossero solo nel cassetto! Ce ne sono ovunque...nei cassetti, negli armadi, nei quaderni, nei cd, nelle vecchie cassette a nastro e nei dat e ancora centinaia di provini, nel computer, nella mia testa... Per il resto, non ho mai sognato di scrivere un brano per qualcuno. A me interessa fare quello che "devo" fare.

7.Ci racconti un aneddoto particolare vissuto con un protagonista della nostra musica?

Di aneddoti ce ne sarebbero tanti, anche curiosi e divertenti...che non saprei quale scegliere, senza dilungarmi troppo oltre quello cui le tue domande mi hanno già "costretto"...ne racconterò uno che mi sembra inerente a tutto il tono e l'argomento di questa conversazione. Inoltre, sottolinea ancora una volta come la casualità degli eventi possa, a volte, essere o quanto meno sembrare, determinante. L'episodio si riferisce alla nascita della canzone "Tutto quello che un uomo" che arrivò terza e vinse, tra vari premi, anche quello della critica al Festival di Sanremo del 2003. Quando Cammariere venne proposto ed accettato dall'allora direttore artistico Pippo Baudo, la canzone era un'altra, sempre mia e di Sergio, dal titolo "Sul sentiero". A Baudo piacque da subito! Tutto ok fino a che a pochi giorni dalle convocazioni ufficiali Sergio ci svelò che quella canzone era inedita, ma lui l'aveva già suonata dal vivo e che forse era il caso di dirlo a Baudo. Così fu fatto. Io non c'ero, ma mi raccontarono che Pippo, dopo essere sbiancato, si rivolse a Sergio esclamando: "Tu sei un pazzo! Ti vuoi far eliminare? Corri da Roberto e portatemi un'altra canzone...di corsa!". Insomma la facemmo, come, ve lo racconterò nella prossima intervista... Concludo ricordando che cambiai il testo della canzone fino alla notte prima in cui doveva essere spedito a "Sorrisi e Canzoni" per uscire in quella stessa settimana, sebbene per discografici, produttori e tutti gli altri il pezzo andava bene già com'era. Invece no! Io lo sapevo. Consegnai quella versione definitiva proprio all'ultimo minuto possibile e, come già detto, arrivò fra le prime tre, ma soprattutto, è diventata una di quelle canzoni che molti sanno a memoria e se fai un concerto puoi anche non cantarla perchè tanto te la canta il pubblico!

8.Chi, tra i colleghi, puoi ritenere un vero amico?

L'amicizia è un valore importante e quindi, avendo anche degli amici tra i miei collegi, forse è giusto che questa rimanga una cosa privata. Quello che mi interessa dire è che quasi tutte le persone con cui ho collaborato più di una volta sono al tempo stesso, qualche modo, anche miei amici.

9.Qual è il tuo metodo di lavoro?Come nascono le tue composizioni?

Senza volerlo, ho risposto in gran parte già al punto 4 dell'intervista. Ovvero, per me il metodo, o meglio, uno dei metodi, consiste nell'attenta osservazione dello sgorgare del mio pensiero. Molte delle mie canzoni sono nate di getto o nell'arco di un paio d'ore. Altre volte no. Non è sempre uguale, per fortuna! 

10.Stai lavorando a qualche nuovo progetto dopo le ultime scritture per Cammariere e la collaborazione con Annalisa?

In questo lavoro non si smette mai di lavorare. A luglio uscirà un singolo di Sergio Cammariere che anticiperà l'album in uscita a settembre di cui, come per gli altri salvo rarissime eccezioni, ho scritto con Sergio tutte le canzoni. Un'altra, tra queste canzoni fa parte del nuovo film di Longoni "Maldamore" con Luca Zingaretti e Ambra Angioini. Tornando a me, attualmente, tra i vari progetti "in progress" sono impegnato a promuovere questo mio nuovo album "Mentre", che contiene anche una versione del brano che da il titolo all'album, cantata con Asia Argento. 

11.Roberto ti ringrazio della disponibilità, ti auguro ancora tanti nuovi successi e ti chiedo, in conclusione, un saluto per tutti i lettori del blog "La musica che gira intorno...". Grazie

Naturalmente, un caro e sincero saluto a tutti i lettori del blog "La musica che gira intorno...".

Roberto Kunstler

 

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