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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

Intervista con... Riccardo Cherubini

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Cherubini

1.Riccardo lei è un grande professionista della nostra musica. E' un polistrumentista ma deve, ovviamente, il suo successo alla chitarra, strumento nel quale lei eccelle. Come è nata la sua passione per la musica?Perchè ha scelto, in primis, la chitarra?

La passione per la musica l'ho sempre avuta, e in particolar modo per la chitarra... pensa che fin dalla tenera età di 2-3 anni, amavo giocare a fare il musicista e salivo sul palco con la mia chitarra giocattoli, facevo la mascotte con alcune orchestre di liscio nei locali dove i miei genitori andavano a passare il sabato sera. Nella mia vita ho studiato e suonato batteria e percussioni, tromba (con la quale ho frequentato il conservatorio), basso elettrico, ma la chitarra è sempre stato lo strumento che mi ha maggiormente affascinato, e non saprei però speigarne il motivo... 

2.Nella sua carriera ha suonato per tanti grandi artisti ma, probabilmente, l'esperienza più importante è quella con Marco Masini, con il quale collabora dal 2002 diventando un elemento fisso dei suoi progetti discografici e dei suoi live. Come ha conosciuto Marco?Come è nata questa collaborazione?Cosa pensa di Marco come uomo e come artista avendo vissuto da vicino proprio il momento del suo trionfale ritorno alla musica dopo le infamie subite dall'ambiente discografico e mediatico?

L'esperienza con Marco è nata grazie a Marco Poggioni, il suo produttore. Avevo da poco concluso un tour dell'Europa dell'est con Jipsy Manolo e stavo suonando in alcuni locali della mia zona, quando mi trovai a fare delle serate al Momix, il cui proprietario era proprio Poggioni. In quel periodo stavano cercando un nuovo chitarrista per Masini e mi venne fatta la proposta di unirmi al gruppo, e così è nato tutto... Era proprio il periodo in cui stava preparando il suo ritorno, mi sono quindi ritrovato coinvolto nel team che ha lavorato a "Generation" e, soprattutto, al trionfo de "L'uomo volante", che come sappiamo ha vinto Sanremo 2004. In quel periodo con Marco eravamo molto in contatto, visto che alternavamo le registrazioni ai concerti, ed è nata un'amicizia e una stima reciproca che mi ha fatto scoprire una persona molto solare, diversa da come alcune malelingue, soprattutto in passato, lo avevano descritto. Finito il grande tour seguito alla vittoria di Sanremo, che ci ha regalato moltissime soddisfazioni, alcune incomprensioni ci hanno momentaneamente allontanato. Sono andato, quindi, a lavorare con il cantante portoricano Wilkins, con gli O.R.O. e mi sono dedicato alla produzione del mio disco strumentale, per poi tornare a suonare con Marco nel 2008, in occasione del recital "Il brutto anatroccolo", e da allora non ci siamo più allontanati. 

3.Ci racconta un aneddoto particolare vissuto durante i tour con Marco?

Beh, ricordo con un certo piacere un episodio successo non in tour, ma in studio durante la stesura de "L'uomo volante". Eravamo, io, Marco e Goffredo Orlandi, il compositore del brano, e cercavamo un'idea per l'introduzione strumentale prima che entri il canto. D'un tratto mi venne in mente che delle chitarre suonate con lo slide potessero essere l'idea giusta, ma non avendo a disposizione tale accessorio (una specie di tubo in vetro o metallo da infilarsi in un dito per poi farlo scorrere sulle corde), presi al volo un accendino che era sopra la scrivania e con esso suonai ciò che è diventato l'intro della canzone. Credo addirittura che parte di quella registrazione sia rimasta sulla versione definitiva.

4.Quale pezzo, durante i concerti di Marco, la esalta particolarmente e le piace suonare di più?Quale, invece, quello, anche non di Marco, che ama suonare nel privato?

Il brano che preferisco di Marco è "10 anni". So che non è fra i più noti, anche se apprezzatissimo dai fans ma, soprattutto musicalmente, è stupendo e adoro suonare sia l'arpeggio acustico che il solo finale. Purtroppo non viene proposto ad ogni tour... A casa amo suonare soprattutto i miei brani, quello del mio disco omonimo, e in genere brani elettrici rock-blues.

5.C'è un brano che ha dovuto suonare nella sua carriera che proprio non le piaceva?

Ce ne sono molti, ma non credo sia il caso di dire quali sono...

6.Oltre Masini, quale è stata la collaborazione che le ha dato maggiori soddisfazioni?Quale interprete stima particolarmente e le piacerebbe accompagnare in futuro?

Per me ogni collaborazione è una soddisfazione e fatico a dire quale mi ha maggiormente gratificato, anche perché se non mi vedo adatto o non mi piace il progetto declino l'invito... è successo più di una volta e anche con cantanti abbastanza noti. Il nome dell'artista che mi piacerebbe di più accompagnare, parlando di italiani, è Paolo Conte. Chi mi conosce sa che è molto distante dal mio genere e dal mio "chitarrismo", ma mi piace talmente tanto la sua personalità artistica che va aldilà dei miei gusti di genere musicale e riesco sempre ad emozionarmi con una scrittura e un'interpretazione che trovo geniali. E poi, in genere, mi piacerebbe suonare con bravi artisti dallo stile rock classico, campo dove mi trovo molto a mio agio.

7.Come giudica il livello musicale attuale del panorama italiano?

Il panorama italiano è sicuramente meno ricco e stimolante di quello di qualche anno fa, soprattutto per il fatto che la musica è oramai diventata un po' troppo legata alla televisione e alle sue dinamiche. Inoltre non c'è più un serio investimento sui giovani talenti, a causa della crisi discografica ma anche della minore competenza che riscontro su alcuni addetti ai lavori. In ogni caso, a prescindere dal successo che riscuote, qualche bella sorpresa ancora ogni tanto la sentiamo, ma è raro che arrivi dall'ambiente televisivo. 

8.Chi sono i suoi miti?Cosa ascolta oggi?

I miei miti, parlando di musica italiana, sono quelli di tanti ascoltatori di bella musica, e se devo fare un nome su tutti è quello di Lucio Battisti, con le sue canzoni ci sono davvero cresciuto. Ho avuto occasione di fare un concerto con Masini a Poggio Bustone, paese natale di Lucio, e la cosa mi ha davvero emozionato. Per la musica straniera sinceramente non riesco a fare un nome che spicca più di altri, amo soprattutto il grande rock degli anni '70, sia classico che progressive (genere dove anche in Italia abbiamo avuto grandissimi esponenti). Mi piace anche certa pop prodotta a tutt'oggi, e naturalmente i grandi album chitarristici anni '80-'90 di personaggi come Steve Vai e Joe Satriani, tanto per fare due nomi, veri classici con cui sono cresciuti un po' tutti i chitarristi della mia generazione. Oggi amo anche ascoltare album che per noi sono meno convenzionali, come ad esempio i Mumford & Sons, gruppo folk-rock inglese da noi quasi sconosciuto ma che gode di grande successo in gran parte del mondo.

9.Cosa si sente di consigliare ai giovani che intraprendono il suo stesso percorso?

Di prepararsi bene, formarsi delle solide basi musicali e sapendo affrontare più generi, ma al tempo stesso cercare una propria personalità. Oggi c'è molta concorrenza e le pretese sono alte, presentarsi impreparati può compromettere tutto. Credo che cercandola l'occasione possa esserci per tutti, l'importante è farsi trovare pronti quando arriva!

10.A cosa sta lavorando ora?Quali saranno i prossimi progetti che la vedranno protagonista?Continuerà la sua collaborazione con Marco o ha altre prospettive artistiche?

Sto lavorando a molte produzioni, di diversi generi e soprattutto con giovani artisti in cui credo molto e che spero trovino un loro spazio... Inoltre sto preparando un nuovo album strumentale, sempre per l'etichetta Videoradio - Rai Trade, questa volta in gruppo con alcuni grandi musicisti: Maurizio Vercon, Cristiano Parato e Massi di Fraia; ci chiameremo CBE Brothers. Con Marco stiamo decidendo proprio in questi giorni su come affrontare il prossimo tour estivo, ancora non c'è niente di definitivo. In base all'impegno che mi porterà deciderò la disponibilità che posso dedicare ad altre proposte che mi sono arrivate per questa estate.

11.Riccardo la ringrazio della disponibilità e, augurandole sempre il meglio per il suo percorso, le chiedo un saluto per tutti i lettori di "La musica che gira intorno...". Grazie

Grazie a te e un saluto a tutti i lettori, con l'augurio che sappino sempre ascoltare buona musica e goderne appieno... Grazie!

Riccardo Cherubini

 

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