1.Marco, tu sei uno di quelli che lavora dietro le quinte del mondo discografico e che permette a noi tutti di usufruire del grande show musicale. Da manager di spessore della musica italiana, sei colui che permette ad ogni artista da te assistito di curare solo il lato artistico del loro lavoro ponendoli così nello stato migliore di esprimere la propria arte senza distrazioni o condizionamenti. Come nasce il tuo amore per la musica?Qual è il tuo primo pensiero nel curare un tuo assistito?
Non ho scelto io di lavorare nella musica ma è la musica che ha scelto me. Avevo 18 anni e mi sono ritrovato a lavorare nell'organizzazione dei concerti. Mi sono formato sul campo e, passo dopo passo, sono arrivato ad essere il manager di alcuni cantanti di grido. Riguardo a cosa mi porta a lavorare con un artista, invece di un altro, posso solo dire che tutto parte da una stima reciproca e dalla volontà condivisa di mettere davanti a tutto il rispetto per la musica. Sono convinto che, nel mio ruolo, si riesce a dare il meglio solo se c'è un'intesa chiara tra artista e manager, un rapporto paritario ed educato. L'uno si deve fidare dell'altro e porsi sempre come "agevolatore" di un lavoro svolto da un team mosso da un sano entusiasmo. Fino a che l'artista fa l'artista (in modo serio) ed il manager fa il manager (in modo lucido e corretto) si può fare un percorso insieme, godendo dei successi e superando le difficoltà che spesso si pongono davanti.
2.Con l'etichetta Joe & Joe, tu e i tuoi soci, state ottenendo ottimi risultati. Come nasce questo progetto?Qual è la missione che vi siete prefissati?
E' vero. In un momento in cui l'ambiente musicale brilla per la sua staticità ed incertezza abbiamo deciso di rilanciare e allargare la nostra scuderia. Crediamo di aver creato un'ottima squadra che non si ferma agli artisti che curiamo e rappresentiamo a 360 grandi, ma che è completata da un gruppo di professionisti che si dedicano allo sviluppo del proprio settore. Siamo riusciti a creare la vera etichetta indipendente in grado di curare un progetto musicale in tutti i suoi aspetti. Abbiamo deciso di guadagnare con la buona musica per la nostra soddisfazione e per il rispetto che abbiamo di un pubblico troppo spesso preso in giro e maltrattato da "operazioni" quantomento discutibili.
3.Tra gli artisti della vostra scuderia vi sono "cavalli di razza" come Enrico Ruggeri e Marco Masini, diversi giovani promettenti ed alcuni che, forse, non hanno ancora ottenuto l'adeguata risposta da pubblico e critica come, ad esempio, Luisa Corna. Come sono nate le collaborazioni con Ruggeri e Masini?Su chi dei vostri giovani avete più speranze?Per la Corna non crede che il passato, principalmente televisivo, possa aver inciso nella sua carriera in musica?
Il rapporto che ci lega a Marco Masini è più longevo; con lui abbiamo condiviso tante esperienze, gioito per fantastici successi e sofferto per alcuni momenti difficili. Comunque siamo sempre riusciti ad andare avanti ed oggi, più che mai, sono convinto che, conoscendoci così bene, la nostra strada sarà comune ancora per molto tempo. Con Enrico Ruggeri è un discorso diverso. Anche con lui c'è un rapporto molto antico, ma come spesso accade, ci siamo allontanati e riavvicinati tante volte. Questo nuovo inizio di collaborazione è figlio di una vera amicizia e di una volontà di tornare a lavorare insieme che è maturata in questi ultimi due anni. Sono convinto che questo sodalizio durerà per molti anni. Crediamo molto nei nuovi artisti anche se ci dispiace dover essere esageratamente selettivi; mai com in questi ultimi anni abbiamo incontrato moltissimi giovani talenti che meriterebbero un'opportunità, ma siamo costretti a concentrare i nostri sforzi solo un ristretto numero di progetti da sviluppare senza lasciare nulla di intentato. Al momento siamo impegnati su Alessandro Errico, i Violapolvere e Giulia Pratelli: tre artisti diversi che hanno in comune, oltre a delle ottime doti tecniche, la capacità di scrivere belle canzoni dai testi mai scontati. E poi abbiamo un'etichetta di jazz e blues che si sta apprestando a pubblicare 6 nuovi album ognuno basato su un'idea particolare. Il discorso per Luisa è più complesso: stiamo, da più di un anno, lavorando al nuovo album. Un cambiamento deciso di rotta: siamo in ambiti più sofisticati ed eleganti con uno stuolo di autori e musicisti di altissimo livello in ambito blues e jazz. Luisa, nel disco, canta in inglese, spagnolo e, ovviamente, italiano. Sarà una gradita sorpresa...un'altra Luisa Corna...
4.Quali sono i prossimi progetti dei vosti artisti?Vi sono nuovi album in programma a breve?
Siamo sempre in movimento su questo fronte. Abbiamo alcuni dischi di jazz in cantiere e in uscita, a breve, l'album dei Violapolvere, una band pop rock con testi poetici ed intelligenti, Lino Rufo & NoGospel intriso di blues e un fantastico cd di canzoni d'autore con Ernesto Bassignano, padre, insieme a Venditti e De Gregori, della scuola romana cresciuta al Folkstudio. Per quanto riguarda i concerti, abbiamo il tour teatrale di Enrico Ruggeri "Frankenstein 2.0" che debutta il 20 marzo a Crema per poi toccare, tra le altre città, Trento, Milano, Genova, Torino, Trieste. Poi abbiamo i tour estivi di Masini, Corna e ancora Ruggeri.
5.Dopo tante esperienza nella discografia, chi in questo mondo, puoi ritenere amico?
Nel nostro ambiente gli abbracci ed i saluti affettuosi sono all'ordine del giorno. Apparentemente sembriamo tutti amici, ma in realtà c'è molta competizione ed ognuno è concentrato a raggiugere i propri obiettivi. I miei amici sono i compagni dell'impresa della Joe & Joe con i quali condivido le fatiche del nostro lavoro, ma anche momenti di grande divertimento. Tutto è basato sulla stima reciproca e sulla sicurezza che ognuno di noi ha nella certezza di avere disponibili a prescindere quando serve.
6.Ci racconti un aneddoto particolare vissuto con un protagonista della nostra musica?
Aneddoti ce ne sono molti e quelli che rimangono in mente sono spesso i più divertenti. Quello che ricordo in particolare, forse "unico" nel suo genere, è la scommessa fatta con Marco Masini nel 2004 riguardo la sua particpazione al Festival di Sanremo. Io ero convinto che con la canzone "L'uomo volante" Marco avrebbe vinto il Festival, lui no. Abbiamo fatto una scommessa e se avesse vinto, dopo 30 giorni a casa sua, per i servizi fotografici di rito, il Premio della Canzone vincitrice del 54° Festival sarebbe diventato di proprietà della Joe & Joe. Risultato?La palma sanremese è qua, nella sua teca, da ormai 10 anni!
7.Come valuti la situazione attuale della discografia italiana intesa come industria?E della promozione radio-televisiva della musica?
L'ultimo decennio dello scorso secolo ha vissuto, musicalmente parlando, dei fasti (di un passato relativamente ricco) fino ad esaurirsi quasi completamente. Dal 2000 lo scenario è totalmente diverso; la rete, il web, i social network hanno cambiato il modo di fruire la musica e poi c'è la crisi generale che ha fatto calare di molto le risorse su cui contare. Oggi i margini d'errore sono quasi nulli. Il mercato è molto spezzettato e le "nicchie", se ben identificate, permettono ai vari progetti di crescere e vivere con dignità. I grandi numeri sono solo per pochi. L'ideale è promuovere artisti che abbiano anche delle possibilità di diffusione oltre confine. Bisogna pensare con una mentalità sempre più internazionale e vivere a pieno la nuova era digitale.
8.Chi sono i tuoi miti musicali?Chi sogni di poter arruolare nella tua squadra?Cosa ascolti oggi?Chi sono per te gli artisti sopravvalutati?E sottovalutati?
Essendo adolescente alla fine degli anni '70, sono cresciuto ascoltando i cantautori italiani come Renato Zero, Baglioni, De Gregori, Dalla. Il mio mito in assoluto è Freddie Mercury. Ci sono artisti con i quali mi piacerebbe lavorare ma non credo sia il caso di fare nomi: ci sarebbe qualcuno che si può offendere perchè non l'ho nominato. con il passare del tempo il mio orecchio si è evoluto e mi accorgo di apprezzare artisti e canzoni che vent'anni fa non avrei mai preso in considerazione. Ci sono artisti che si sono adagiati nel loro successo e che non rischiano nulla. Funzionano cantando sempre la stessa canzone. Almeno, per me, sembra sempre la stessa. C'è tantissima gente brava in giro che non riesce ad emergere. Come Joe & Joe siamo molto attenti ai nuovi talenti... l'unico cruccio è che non abbiamo la forza di promuoverne di più. Comunque chi è veramente brano, prima o poi, raggiungerà il successo. Ne sono certo.
9.Quale brano non può mancare dalla tua "playlist"?Quale quello, invece, che credi andrebbe rivalutato?
Ti rispondo di getto: "Angels" di Robbie Williams. Mentre, riguardo alla seconda domanda, di brani meravigliosi che non hanno avuto fastosi successi ce ne sono tanti. Il primo che mi viene in mente è "Cornflake Girl" di Tori Amos, ma la lista è veramente lunga e varia...
10.Marco ti ringrazio della disponibilità, ti auguro sempre buona musica insieme a tutto il gruppo della "Joe&Joe" e ti chiedo, in conclusione, un saluto per tutti i lettori di "La musica che gira intorno...". Grazie
Sono un professionista della musica. Un privilegiato perchè posso fare quelli che mi piace. Ai tuoi lettori chiedo di seguirci e di permetterci di guadagnare solo con la buona musica. Se ciò accadrà... avremo assolto al nostro dovere di "innamorati della musica" e onorato il vero talento...
Marco Poggioni