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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

Intervista con... Depsa

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                                                           Depsa

1.Signor Salvatore De Pasquale, in arte Depsa, è vero che questo nomignolo è nato per volere di Peppino Di Capri, artista a cui è legata buona parte della sua storia come autore musicale?Come è nata la lunga e gloriosa collaborazione tra di voi?Qual è il suo pensiero su questo grande artista?

E' verissimo. Ero un ragazzino, o quasi, e Peppino, l'unico cantante di caratura nazionale che viveva a Napoli, decise di incidere una mia canzone (in tutti poi ne ha incise 51!). Ma fu irremovibile: "Uno che si chiama Salvatore De Pasquale è troppo "meridionale""...dovevo cambiare nome. Fu così che nacque Depsa. Peppino lo conobbi perchè mi inventai una finta raccomandazione e mi presentai a nome di un suo amico che io manco conoscevo. Mi ha insegnato tanto, perchè lo reputo un grande professionista ed io ero solo un liceale con tanta creatività ma, ovviamente, senza nessuna esperienza.

2.Nel panorama italiano, chi sono i suoi miti?Cosa ascolta oggi?

Ascolto di tutto, se possibile. Mi piace molto Jovanotti: innanzitutto per il suo modo di scrivere ma anche di interpretare, pur non essendo un cantante "di voce". Tra le donne ho un debole per la timbrica vocale di Noemi.

3.Come valuta la situazione del cantautorato attuale?Vede qualche bella "penna" in giro?Chi potrebbe indicare come suo erede?

Di bravi ce ne sono, ma non me la sento di fare classifiche perchè correrei il rischio di commettere errori o omissioni. Comunque non vedo eredi, nel senso che ognuno ha la sua personalità, unica.

4.Lei ha scritto tante belle canzoni per diversi artisti: A quale di queste è più legato?Quale, invece, pensa andrebbe riscoperta?E, quale, infine quella di un suo collega che avrebbe voluto scrivere lei?

Un brano a cui sono molto legato, di cui ho scritto il testo e la musica portante, è "Il sognatore": lo considero il mio testamento spirituale. Un brano che vorrei fosse riscoperto e che entrasse nei classici internazionali è "Good love gone bad": versione inglese de "Gli amori". La cantò Ray Charles, il quale rispettò completamente la mia musica, mentre Cutugno cambiò alcune note dell'inciso. Credo sia la canzone mia più bella. In quanto alla canzone che avrei voluto scrivere, me ne vengoni in mente tantissime...le prime a cui penso sono "Caruso" di Lucio Dalla, "La donna cannone" di Francesco De Gregori, "Un senso" di Vasco Rossi...ma sono veramente tante.

5.Ci racconta un aneddoto legato ad un protagonista della nostra musica?

Ne avrei tanti...il primo che mi viene in mente è di Zucchero, che frequentava casa mia e il mio ufficio in Durium, dove facevo il produttore discografico. Zucchero era un giovane autore che scriveva un po' per tutti, anche Bongusto e Zanicchi. Venne da me dicendomi che aveva deciso di partecipare a Castrocaro e mi chiese la cortesia di segnalarlo, il giorno in cui sarei andato ad ascoltarlo!...Sappiamo, poi, come è andata a finire.... 

6.Come giudica, da napoletano, la situazione della musica napoletana?Chi sono gli artisti che apprezza in questa categoria e che ancora fanno onore alla storia di questa musica?Cosa pensa del "fenomeno" dei così detti "neomelodici"?

Frequento poco Napoli ed i suoi protagonisti musicali. Il che mi dispiace, ma so che ci sono tanti musicisti ed interpreti di valore: non potrebbe essere diverso, considerato che Napoli ha una marcia in più nel campo della musica e dell'arte. Purtroppo non esiste una mentalità imprenditoriale ed è per questo che io fui costretto ad andare via. Per quanto riguarda i neomelodici, sono una degenerazione della musica napoletana. Mi spiace, ma quasi sempre non hanno nulla a che fare con la nostra tradizione.

7.Lei ha partecipato come autore a ben 23 edizioni del Festival di Sanremo. Cosa pensa di questa manifestazione?Conta di tornarci?

Ne penso bene, come Natale e Pasqua, ossia una tradizione che va rispettata...conto di tornarci, ma devo trovare degli interpreti nuovi e non è facile. Ma ci sto lavorando.

8.Lei è anche scrittore e disegnatore ma è, soprattutto, un grande autore televisivo. Ha vinto 9 Telegatti e ha ideato tante trasmissioni di successo. Dalla sua esperienza come valuta l'utilizzo della musica in tv?Cosa pensa dei talent show?Ha mai pensato ad una sorta di talk show per la divulgazione, attraverso i personaggi del settore, della storia della nostra musica?

La mia creatività mi permette, anzi mi obbliga, ad esprimermi in varie forme: non so fare altro che essere un creativo. Ultimamente sto avendo grandi soddisfazioni con l'arte figurativa. Complice la mia frequantazione col grande Pietro Annigoni, il più grande artista figurativo del '900, che ho avuto l'onore di incontrare alla fine degli anni '70 e che mi ha permesso di farmi apprezzare soprattutto nel Regno Unito. Comunque vi invito a fare un giro nel mio sito www.depsartgallery.com così forse scoprirete qualcosa in più della mia nuova forma di espressione. Non trascuro la televisione, che mi ha dato tanto e a cui credo di aver dato tanto: una trasmissione su tutte, l'ideazione nel 1991 di "Scherzi a parte". Oggi la televisione sta attraversando un brutto periodo. Troppe produzioni per troppi canali con troppi pochi soldi quindi, una qualità inevitabilmente scadente e, quindi, mi attira meno. Speriamo in tempi migliori. Per quanto riguarda i talent show, sono lo specchio dei nostri tempi: volere diventare famosi subito, spesso senza gavetta. Ma, ovviamente, qualcuno di bravo c'è sempre. Di progetti musicali, anche legati alla storia della musica, ne ho i cassetti pieni: mi auguro di avere l'occasione di svuotarli presto.

9.Autore musicale, televisivo ma anche teatrale: E' vero che, da ragazzo faceva cabaret nel napoletano negli stessi anni in cui nasceva "La smorfia", storico gruppo comico guidato da Massimo Trosi?Cosa pensa di quell'esperienza?Che ricordo ha di Massimo?

Io sono di Portici, Troisi, più o meno mio coetaneo, era di San Giorgio a Cremano, un paese confinante. Io giocavo a fare cabaret con un gruppo di amici che, poi, hanno fatto tutti un altro mestiere. Ho invidiato "La smorfia" perchè loro ci hanno creduto, mentre i miei amici no. L'unico a non fare un mestiere serio, inquadrato, sono stato io, ma forse perchè, malgrado la laurea in legge, nessuno mi ha voluto! Tornando a Massimo, era semplicemente geniale.

10.Tornado alla musica, lei ha recentemente inciso in album alcuni dei suoi successi. Come è nato questo progetto?Come si vede come interprete?

Mi vedo come interprete, non come cantante. Io offro la mia voce alle mie canzoni come un poeta che legge le sue poesie...magari non ha fatto scuola di recitazione, ma le sente mille volte più degli altri.

11.Ha canzoni nel cassetto?Sta lavorando a qualche altro progetto?

Ho belle canzoni nel cassetto in attesa di trovare un interprete. Magari per alcune potrei essere proprio io, se avessi più coraggio...

12.Maestro la ringrazio della disponibilità e, augurandole ancora tanti successi, le chiedo un saluto per tutti i lettori di "La musica che gira intorno...". Grazie

Auguro a tutti di non smettere mai di sognare. E' l'augurio più importante che io possa fare...parola di sognatore incallito.

Depsa

 

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