1. Maestro, il suo "Credo" è risultato il Miglior Album del 2018 per i lettori del nostro blog tramite le annuali "Note d'oro" de "La musica che gira intorno...". Inoltre, "Je suis" è arrivata ad un palmo da essere eletta canzone dell'anno, riconoscimento poi andato a Roberto Vecchioni e Francesco Guccini con "Ti insegnerò a volare (Alex)". Come descriverebbe questo album in poche righe? Cosa vuole dire ai nostri lettori? Come accoglie questi attestati di stima?
E’ un album sincero, romantico, politico; è la fotografia di quel che sono oggi, senza nessun filtro. Mi rende felice sapere che questa sincerità e questa energia siano arrivate ai lettori. Mi fa sperare che ci sia ancora spazio per raccontarsi attraverso una forma d’arte meravigliosa quale è la forma canzone.
2. Da autore affermato, ha deciso di riprendere in mano il microfono, dopo tanti anni, e vivere questo percorso da protagonista assoluto. Come è nata questa idea? Come ha vissuto questa esperienza? Pensa di ripeterla o di tornare dietro le quinte? Cosa sente di dire a Renato Zero che ha supportato questo suo desiderio producendo l'album?
L’idea c’è sempre stata, una scintilla l’ha fatta esplodere; mentre facevo ascoltare un brano mio a Renato mi ha chiesto chi fosse quello che cantava; da lì è partito tutto. Esperienza bellissima, che cresce ogni giorno e che voglio portare avanti con un secondo album, al quale già lavoro.
Continuerò a fare cose anche per altri artisti. A Renato dico grazie, ha dimostrato una sensibilità e un umiltà che lo rendono ancora più grande.
3. Dal punto di vista autoriale cos'ha in progetto? C'è qualche artista che le stuzzica la fantasia e per il quale ancora non è riuscito a scrivere brani?
Sto per ripartire con un avventura teatrale ancora top secret. Mi piacerebbe lavorare con Battiato.
4. Il degrado sociale attuale l'ha ben descritto in "Je suis" e mi chiedevo se ciò ha influito anche nella musica italiana. Rap, trap, e simili, al di là del genere, non crede, siano frutto di una involuzione culturale? Cosa consiglierebbe ai giovani che seguono queste tendenze musicali?
Il degrado è da leggersi in maniera trasversale, parte da lontano e ramifica ovunque; il rap di per se’ può essere un ottimo veicolo di comunicazione, peccato che abbia un po’ perso le motivazioni iniziali e si stia consumando nelle discoteche senza raccontare molto di questo Paese.
Ai ragazzi dico sempre di coltivare la propria differenza, di non lasciarsi irretire da mode, ma di crearne di nuove. Ognuno di noi è irripetibile.
5. Maestro, la ringrazio sempre per la sua disponibilità e le chiedo infine, rinnovandole la mia stima, un saluto per tutti i lettori de "La musica che gira intorno..." .
Mando un grande abbraccio ai lettori de “La musica che gira intorno”, ringraziandoli per il loro voto e l’amore per la musica italiana, che ha bisogno di sensibilità, attenzione, passione. I vostri lettori sono un esempio per tutti.
Vincenzo Incenzo