"Spostato di un secondo", l'ultimo album di Marco Masini appare evidentemente come un album di transizione di un professionista della nostra musica in cerca di nuovi percorsi musicali per il suo futuro artistico. Nell'album risulta nuovo agli storici fan dell'artista la veste elettro-pop di alcune canzoni accompagnate da uno stile canoro parlato che, sebbene in altri contesti sonori, era già comparso nella storia musicale del cantautore fiorentino. A queste poi si aggiungono brani più melodici e più vicini al passato dell'artista anche se, a dimostrazione del fatto che sia un album di passaggio, Masini si è accompagnato nella realizzazioni dei brani a diversi autori al fine, probabilmente, di capire quale di queste collaborazioni possa avere un futuro nella carriera dell'artista. Infatti, in tutto il percorso masiniano fin dagli anni '90, non vi era mai stato un così variegato numero di coautori in un solo album. Terminata l'era Bigazzi-Dati che ha firmato con Masini quasi la totalità degli anni d'oro dell'artista con rarissime eccezioni c'è stato un periodo di stallo che è coincisa una fase di confusione artistica e i dubbi del cantautore di continuare il suo percorso accompagnato dal solo Beppe Dati dopo il distacco da Bigazzi poi, tra l'altro, deceduto. A Dati, quindi, Masini inizia a provare nuovi autori e, tra questi, dà fiducia ad Antonio Iammarino che sembra ben collimare la sua qualità con quella di Masini sfornando dei buoni pezzi anche se inevitabilmente di uno stile diverso rispetto al passato. Masini, quindi, sceglie questa nuova strada con la volontà di rinnovare il suo repertorio terminando il rapporto professionale con Dati. Probabilmente, però, in Marco vi sono ancora dubbi o almeno c'è ancora voglia di sperimentare poiché, nonostante Iammarino continui ad avere uno spazio importante negli ultimi album, si sono iniziati ad affacciare nuovi autori nella squadra dell'artista. Soprattutto in "Spostato di un secondo" questa "indecisione" è chiara dove tra Zibba, la coppia Camba-Coro, Calvetti ed altri, non vi è un vero ed unico filo conduttore. Anche la volontà di presentarsi a Sanremo, nelle ultime due occasioni, con brani di autori diversi da Iammarino e cioè prima con "Che giorno è" scritta con la coppia Camba-Coro e poi con "Spostato di un secondo" scritta con Zibba e Calvetti, è una chiara volontà dell'artista di mostrarsi al grande pubblico in vesti diversi pur, come detto, riservando sempre la maggior parte dei pezzi nell'album alla penna di Iammarino sicuramente più vicino al suo storico stile. Non è un caso, infatti, che tra i nuovi pezzi più amati soprattutto dalla vecchia guardia del popolo masiniano siano proprio i brani firmati Masini-Iammarino come, ad esempio, nell'album in questione canzoni come "All'altro capo di un filo" o "La vita comincia". Che sia una sua scelta o una sperimentazione progettata e concordata con la Sony non è dato sapere ma è evidente che una risposta la si avrà solo con il prossimo album del cantautore. Solo allora scopriremo se alcuni di questi esperimenti avranno un seguito nel futuro dell'artista o saranno stati solo meteore di passaggio, se Iammarino continuerà ad avere spazio o si accentuerà il distacco come già successo lentamente con Dati, se vi saranno nuove sperimentazioni o ci sarà un ritorno al passato. Personalmente, nonostante alcune buone cose, trovo questo album confuso proprio per questi contrasti di generi e di poca linearità. Ciò denota anche poca convinzione dell'artista verso i propri collaboratori o una fin troppa generosa apertura verso il nuovo che un artista del genere può comunque permettersi per divertirsi e sperimentare ma ciò non può che portare confusione anche negli utenti producendo un riscontro non del tutto positivo sul mercato. Lo zoccolo duro dei fan, auspicando un ritorno di Dati, continua a trovare una sorta di continuità in Iammarino, apprezza in parte le sperimentazioni ma non vede giusto violare una identità artistica che ha fatto epoca distaccandosi troppo dalle origini e da uno stile che ha caratterizzato la storia musicale dell'artista. Chi lo segue da sempre capisce le problematiche dell'industria, del mercato, le necessità dell'artista di sperimentare nuove traiettorie, di trattare nuove tematiche, di provare nuove sonorità e nuove collaborazioni ma non vuole perdere del tutto quella voce, quegli acuti, quelle storie, quelle parole, quelle poesie che hanno rappresentato l'infanzia, l'adolescenza, la crescita, gli amori e le problematiche della vita di ogni singolo ascoltatore che si è legato a quello artista per quei determinati valori, quelle precise sensazioni, quelle uniche emozioni e ciò un'artista, seppur cresciuto, maturato, cambiato, deve tenere conto per rispetto di chi l'ha sostenuto, amato e difeso e per rispetto di sé e del proprio passato artistico e personale. Nonostante i tempi di quel profeta in jeans appaiono un ricordo lontano chi ne ha preso il meglio continuerà a seguirlo perché, anche se in modalità differenti, nei suoi lavori vi si trovano, cercando bene, ancora angoli di rara bellezza oltre ad una qualità sopra la media in tutti gli aspetti del suo lavoro rispetto a ciò che viene prodotto nell'attuale panorama italiano. Qualità e professionalità non vanno mai messe in dubbio se si parla di Masini pur se rimane forte il rammarico se si confronta con un passato, in fondo, non troppo lontano.