1. Tiziana Tosca Donati, in arte semplicemente Tosca, interprete raffinata ed elegante lei inizia la sua carriera muovendosi tra piano bar e teatro, altra sua grande passione, fino al primo incontro importante per la sua storia artistica: Renzo Arbore. Lui la porta in tv nel 1989 ma sarà solo grazie al suo talento che si farà notare dai grandi nomi dello spettacolo italiano collezionando molto presto collaborazioni di prestigio e palchi importanti attraversando con naturalezza cinema, teatro ed, ovviamente musica. Come nasce la sua passione per la musica? Ci racconta l'incontro con Arbore e l'impatto che ebbe nella sua vita?
Vengo da una famiglia di musicisti, anzi mi raccontano che da piccola ho prima cantato e poi parlato. La musica per me è come un elemento naturale, respirare, dormire, mangiare, qualcosa con cui ho sempre avuto un'estrema familiarità naturale.
Arbore è stato il mio primo vero grande padrino. Da lui ho imparato la libertà nel fare questo mestiere senza chiedermi troppo sul perché e sul percome fare o non fare certe cose. Mi butto istintivamente e cerco il bello e l'arricchimento in ogni progetto.
2. Come detto, nel corso del suo cammino, ha collaborato con artisti del calibro di Lucio Dalla, Renato Zero, Ivano Fossati, Riccardo Cocciante, Ennio Morricone, Rosario Fiorello, Carla Fracci, Massimo Bubola, Nicola Piovani e tanti altri fino ad arrivare a Ron a cui è legato forse il suo maggiore successo commerciale con la vittoria al Festival di Sanremo del 1996 con "Vorrei incontrarti fra cent'anni". Cosa hanno significato per lei queste collaborazioni? A quale si sente più legata? Qual è il suo ricordo di Lucio Dalla? C'è qualcuno con cui le piacerebbe collaborare in futuro? Come nacque il fortunato connubio con Ron?
Le collaborazioni mi hanno aiutata a diventare quello che sono. Da ognuno ho preso qualcosa. Sicuramente quella a cui mi sento più legata è la vittoria sanremese con Ron. Qualcosa di unico e inaspettato. Un connubio nato grazie proprio a Lucio Dalla che mi aveva voluta come sua supporter nel tour "Henna" e con il quale avevo duettato in "Rispondimi".
Feci un provino a casa sua, Rosalino mi scelse così, all'istante e tutta la mia vita cambiò. Gli devo molto. Anche se la vittoria sanremese mi colse impreparata e ho fatto degli errori. Ma poco male.
Lucio era un uomo schivo e introverso mascherato da folletto simpatico. Un'anima irrequieta. Un artista vero.
Mi piacerebbe collaborare con alcune grandi artiste portoghesi. Sto già lavorando per questo.
3. A proposito di quel Sanremo: la vostra vittoria fu oggetto di illazioni. Si parlò di combine e di situazioni poco chiare. "Striscia la notizia", tra l'altro, svelò in anticipo il nome del vincitore. Cosa può dirci in merito considerando che, in ogni caso, stiamo parlando di un pezzo stupendo meritevole del primo posto? Come si spiega l'anticipazione di "Striscia"?
"Vorrei incontrarti fra cent'anni" è una delle poche canzoni che le persone ricordano vincitrice di Sanremo. Il resto conta poco.
4. Nel 2014, dopo varie esperienze tra cinema e teatro, torna con prepotenza alla musica confezionando forse l'album più bello della sua carriera: "Il suono della voce". Lo stesso album, inoltre, è stato premiato come Miglior Album Inediti 2014 dai lettori di questo blog per il concorso "Note d'oro" e stessa sorte, stavolta come Miglior Canzone 2014, è toccata al brano che da il titolo all'album scritto per lei da Ivano Fossati. Anche l'anno scorso, tra l'altro, gli stessi due riconoscimenti per le "Note d'oro" furono vinti da un unico artista che risponde al nome di Roberto Vecchioni, non male direi? Cosa ha voluto rappresentare con questo disco così vario linguisticamente e musicalmente? Si aspettava tale risposta del pubblico? Cosa sente di dire ai lettori che l'hanno votata? E ad Ivano Fossati che le ha regalato questa perla?
"Il suono della voce" è il mio album della maturità. La canzone poi, un regalo unico di Ivano Fossati, una seconda pelle, forse e senza esagerazione la più bella canzone della mia carriera. "Il suono della voce" album rappresenta per me lo stato dell'arte di dieci anni di lavoro tra teatro e musica. Per questo tante etnie e tanti colori musicali. Tutti uniti da un filo conduttore, il suono della voce, appunto. Non mi aspettavo tanta accoglienza anche se un po' ci speravo contando sulla sensibilità musicale della gente oramai assopita e bulimizzata da troppe composizioni di plastica. Il mio disco è un inno all'artigianato e tale vuole rimanere.
5. Tosca, la ringrazio per la disponibilità ed augurandole sempre buona musica le chiedo, in conclusione, un saluto per tutti i lettori di "La musica che gira intorno...". Grazie
Grazie, grazie, grazie!!!
Tosca