1.Marco, cantautore raffinato ed interprete garbato e diretto, hai iniziato la tua strada musicale prima con band di gioventù tra locali e poi da corista sia per grandi artisti come, ad esempio, Lucio Dalla e sia prestando la tua voce in sigle e spot pubblicitari televisivi e radiofonici. Come nasce il tuo amore per la musica?Che ricordi di quei primi anni di gavetta?Come nasce la collaborazione con Dalla?Che ricordo hai di lui?
Il mio amore per la musica nasce da piccolo, quando alla radio sentivo uscire suoni che mi affascinavano e mi facevano viaggiare con la fantasia. Mio padre suonava l'organo in chiesa e mia madre aveva una voce cristallina, cantava le arie delle opere che amava, io sono cresciuto in questo clima di passione per la musica. E devo ringraziare i miei genitori per non avermi mai ostacolato nelle mie scelte. La gavetta è forse la fase più interessante e divertente di questa professione, perché la musica ti si rivela piano piano e ogni giorno hai qualcosa da imparare. E' una strada che bisogna fare se vuoi gustare i suoi frutti. Durante questo percorso ho conosciuto molti artisti e suonato molta musica. Ho lavorato per anni come vocalist e cantato nei dischi di buona parte della musica italiana degli anni settanta/ottanta. Di Lucio Dalla ricordo la grande creatività e generosità. L'ho conosciuto grazie a Sandro Colombini che era il discografico di entrambi. Ricordo che io registravo il mio Qdisc "Schiavo senza catene" nel castello di Carimate. Io ero in una sala e nell'altra c'era Lucio Dalla impegnato nel suo disco "1983". Beh, io feci i cori nel suo disco e Lucio mi ricambiò suonando il sax in "Schiavo senza catene". Un cameo di cui essere grato e fiero.
2.Nel 1978 arriva la prima grande occasione da solista: il Festival di Sanremo. Al Festival c'eri già passato l'anno prima ma come corista dei 4+4 di Nora Orlandi, mentre questa volta ti presenti da protagonista con "Quando Teresa verrà" mostrando subito la tua cifra stilistica ed il tuo talento autoriale. A Sanremo poi ci ritornerai solo nel 1983 con "Una catastrofe bionda" per la tua ultima volta. Come mai, da allora, non ci sei più tornato?Conti di farlo?Che ricordo hai delle tue esperienze a Sanremo?Cosa pensi del Festival?
Evitiamo le facili polemiche su Festival, sappiamo che da tempo non è più la passerella della musica italiana ma un calderone dove bollono tanti ingredienti per fare una zuppa televisiva funzionale agli sponsor...cioè soldi. Ma resta l'unico modo per fare ascoltare le novità. C'è chi non ha perso un'edizione e chi invece non c'è mai andato. Dovrebbero per statuto regolamentare le partecipazioni per dare spazio a più proposte e non permettere che siano i soliti ad andarci. Se deve essere una fiera delle novità discografiche dovrebbe essero meno dipendente dai gusti o dalle amicizie di chi organizza. Per quanto riguarda i miei Festival, devo dire che sono stati un'esperienza importante, impegnativa e sicuramente entusiasmante.
3.Dopo il tuo primo disco c'è l'importante incontro con Herbert Pagani da cui nasce una bella collaborazione che porta, tra le altre cose, alla realizzazione del brano che ha segnato un po' tutta la tua carriera e cioè "Teorema" nel 1981. Come nasce questo evergreen della musica italiana?Cosa rappresenta per te questo brano?Che ricordo hai dell'avventura con Pagani al quale, tra l'altro, hai realizzato un omaggio nel 2012?
Herbert era un genio della scrittura, sapeva tradurre in lettere i sentimenti. Lui ha tradotto i miei, la mia storia sentimentale, ha dato il la al mio primo vero successo. Nel Qdisc "Schiavo senza catene" si racconta la mia storia. Quattro brani che descrivono l'odissea di un apprendista dell'amore. Ho realizzato un doppio cd, "La mia generazione", uscito nel settembre 2012 dedicato alla riscoperta di Pagani, delle sue bellissime poetiche canzoni, con arrangiamenti di Josè Orlando Luciano. Per l'occasione mi sono avvalso della collaborazione di alcuni amici che volentieri hanno aderito al progetto: Finardi, Ron, Concato, Nuti, Simonluca, Treves, Ovadia, Giovanardi, Oreglio, Anna Jancek, Charlotte Ferradini, Caroline Pagani, Fortis, Sirya, etc. Sto portando in teatro uno spettacolo omonimo che sta riscuotendo successo ed interesse. Tutto per ringraziare Herbert per quello che mi ha insegnato.
4.In seguito continui a collaborare da corista per tanti artisti come Ron, Patty Pravo, Pupo, Umberto Tozzi, etc, non dimenticando però la tua strada da solista che vedrà, negli anni, la pubblicazione di diversi album di inediti non sempre però giustamente promozionati dai media nazionali. Come tanti capaci artisti, infatti, non godi molto delle simpatie della rete televisiva e radiofonica che, ormai, utilizzano il tuo nome solo per ripassare, di tanto in tanto, "Teorema" eppure la tua discografia non si è fermata li. Come ti spieghi la cosa?Come mai chi ha qualcosa da dire e sa scrivere canzoni viene bandito se non segue un certa linea di mercato realizzando musica di "plastica" a tavolino?
Io amo la musica perché è il mio lavoro, il mio hobby, il mio linguaggio. Mi ritengo fortunato perché ho vissuto in questa meravigliosa compagnia. Il mercato appena scopre qualcosa che fa guadagnare ci si butta a capofitto fino a snaturare e sfruttare allo sfinimento il filone d'oro che ha individuato. E' quello che è successo alla musica. La TV ha smesso da tempo di essere un viatico per questa arte. Ha delle regole dopate che non permettono di gustare niente al di fuori del pattume che propone. Non è più propositiva ma segue gli istinti più basic, è solo pancia e non cervello. Share share share!! Non importa come e con cosa lo ottieni! Io penso che la musica sia una splendida donna da amare, coltivare e soprattutto rispettare!!
5.Chi sono i tuoi miti?Cosa ascolti oggi?Come valuti la situazione attuale del nostro cantautorato?C'è qualcuno per il quale ti piacerebbe scrivere o duettare in futuro?
I cantautori italiani dei primi tempi in modo particolare Sergio Endrigo, Paoli. I Beatles, Cat Stevens, gli Eagles, James Taylor, il country rock californiano. Passano le mode, i suoni, le idee, ma i cantautori ci saranno sempre perché la necessità di esprimerci rimane. In fondo il cantautore è un artigiano che mette nella propria arte se stesso. Francamente dedico poco tempo all'ascolto di musica perché preferisco suonare, insegno in alcune scuole come esprimere se stessi accompagnati dalla chitarra. Amo molto leggere e poi ho scoperto la scrittura non solo di nuovi brani musicali ma anche raccontare le mie esperienze.
6.Fra tutti i tuoi brani qual è quello che ami di più?Quale, invece, quello che credi andrebbe rivalutato?Quale, infine, quello di un tuo collega che ti sarebbe piaciuto scrivere?
"Lasciami stare così", "Acqua", "Aria di neve" di Sergio Endrigo.
7.Ci racconti un aneddoto particolare vissuto con un altro protagonista della nostra musica?
In questo momento non mi ricordo, dovrei pensarci su...
8.Chi, nel tuo ambiente puoi ritenere amico?Hai qualche sassolino nella scarpa di vorresti liberarti?
Gatto, Franco Simone, Ron, Castelnuovo, ci conosciamo tutti e con tutti ho buoni rapporti, ma purtroppo non c'è mai modo di vedersi e frequentarsi. Quando questo succede è per il tempo di una cantata in qualche kermesse musicale. Comunque ho rispetto dei miei colleghi e penso che la cosa sia reciproca. L'unica cosa che trovo poco gradita è la provincialità dell'ambiente.
9.Hai brani nel cassetto?Qual è il tuo metodo di composizione?
Molti, direi che scrivere musica non mi ha mai stancato e continuerò a farlo finché mi darà modo di esprimere quello che ho dentro. Posso partire da una parola, da un concetto, da un libro, oppure dal suono di un giro di accordi di chitarra che mi stimolano ad improvvisare una melodia. Se poi mi piace ci lavoro su fino a farla diventare una canzone.
10.A cosa stai lavorando ora?Quali saranno i prossimi impegni che ti vedranno protagonista?
In questi giorni sto curando la promozione del singolo "Attimi" scritto insieme a mia figlia Charlotte. Su Youtube potete vedere il video.
11.Marco, ti ringrazio per la disponibilità e augurandoti sempre buona musica ti chiedo, in conclusione, un saluto per tutti i lettori di "La musica che gira intorno...". Grazie
Molto volentieri: un abbraccio a tutti voi, di note da non scordare mai!
Marco Ferradini