1. Filippo, tu sei uno dei talenti emergenti della musica italiana. Dopo tanta gavetta tra palchi, locali, piazze e concorsi canori, prima con la band dei 61 Cygni e poi da solista, sei in cerca di quella consacrazione sempre più difficile da raggiungere nell'industria discografica attuale. In rete la tua musica ottiene sempre molti attestati di stima ma non sempre ciò diventa un reale viatico, vista la vasta concorrenza, per un accesso definitivo nella musica che conta. Come valuti questa situazione? Come nasce il tuo amore per la musica?
Penso che oggi la "rete" a prescindere dal far parte di determinate categorie come big della musica o emergenti, sia da non sottovalutare. I social network hanno stabilito dei nuovi parametri di valutazione dell'essere artista nel senso che oggi non basta più fare delle belle canzoni o essere un personaggio "cool". Oggi conta molto come sei fuori dal palco, come interagisci con i tuoi fan, quanto li rendi partecipi di ciò che fai e quanto sei in sintonia con loro. Ritengo che il cantante, il cantautore o l'artista in genere abbia un ruolo attivo nella società, in quanto con la sua musica o la sua arte può influenzare, emozionare ed essere guida di un bacino esteso di persone. Nello stesso tempo il "live" ha sempre il suo fascino e la sua valenza. Dunque il lavoro in "rete" deve essere, senza ombra di dubbio, sostenuto da una presenza attiva su ogni tipo di palcoscenico dove poter farsi sentire dal vivo. Io cerco di seguire questa linea. L'ultima idea, infatti, è stata quella di creare una "canzone social" coinvolgendo tutti i miei fan e non solo. E' stato un evento unico, fin ora sperimentato da nessuno ed è ben riuscito. Grazie ai loro suggerimenti, infatti, ho creato un testo che inglobava tutte le loro idee, e il fatto di essere stati co-autori, per loro è stato motivo di grande soddisfazione e di affezione ulteriore al progetto. La consacrazione, secondo me, arriva nel momento in cui il pubblico cresce in maniera esponenziale e l'industria discografica premia il successo che sei riuscito ad ottenere da solo. Di qui l'importanza come dicevo poc'anzi di comunicare con il proprio pubblico e i propri fan. La concorrenza ci sarà sempre; ci sono tanti bravi artisti che fanno musica, ma quando lavori su un tuo stile e cerchi di differenziarti dai tuoi "colleghi" con la ricerca e con la sperimentazione, non temi più la concorrenza perché arrivi ad avere un connotato unico. E' questo il lavoro che sto facendo con calma e pazienza mettendomi in gioco, provando e sperimentando. Il mio amore per la musica nasce a 7 anni quando ho iniziato a suonare la chitarra classica, poi pian piano sono entrato a far parte nelle prime band "liceali" come chitarrista, poi come chitarrista e corista e quindi pian piano mi sono avvicinato al mondo del cantautorato; ho iniziato a comporre musiche e poi testi fino ad arrivare a formare una mia band, i 61 Cygni, di cui ero il frontman. E' stato un percorso graduale fatto di prove, esperimenti e di tanto studio, coraggio e passione.
2. Come detto, tu hai iniziato con il gruppo 61 Cygni. Come nacque quel progetto? E il nome della band? Come mai nel 2013 hai deciso di intraprendere la strada da solista? La scelta è definitiva?
Il progetto 61 Cygni nasce da una collaborazione artistica con un mio caro amico, Vito Angiuli, con il quale avevo scritto e musicato diversi brani. Tuttavia l'idea di creare un "duo" non ci entusiasmava più di tanto, così ci siam messi alla ricerca di musicisti per formare una vera e propria band. E dopo molta ricerca abbiamo trovato gli elementi giusti con cui condividere il nostro progetto. Il nome della band è venuto fuori dai libri di Geografia Astronomica. 61 Cygni, infatti, è una stella tra le più vicine alla Terra, dopo il Sole. Siamo stati attratti un po' dal nome originale e un po' dal fatto di voler dare alla band il nome di una stella, dunque carico di valore simbolico. A cavallo tra il 2008 e il 2011 la band grazie ad una collaborazione con una delle radio più conosciute del Sud Italia, Radionorba, ha avuto la possibilità di farsi conoscere dal grande pubblico attraverso il tour Battiti Live, ancora oggi tra i più importanti contest promozionali in Italia. In seguito però il progetto ha subito un lento processo di "congelamento", una fase di stallo dovuta al tentennamento di produttori discografici pronti ad investire ingenti capitali e soprattutto a dinamiche interne alla band non più rosee come i primi tempi. Di lì la decisione di lavorare ad un mio progetto solista, che si presentava come unica via da percorrere di fronte ad una situazione diventata ingestibile. Il periodo 61 Cygni resta un periodo ricco di soddisfazioni e grandi traguardi raggiunti ma è pur sempre una "fotografia" di un qualcosa che già è passato. Oggi è un nuovo giorno.
3. Tra tutti i tuoi brani qual è quello che più ti rappresenta? Quale, invece, quello di un altro artista che ti sarebbe piaciuto scrivere?
Questa è una domanda difficile. I miei brani raccontano un vissuto, un'esperienza o sono una fotografia di un momento o di una storia che ho voluto trasformare in musica e parole. Ognuno ha il suo fascino per me. Non voglio eludere la domanda ma non esiste un brano che più mi rappresenta e se ci fosse in questo momento, magari domani ne scriverò un nuovo che può rappresentarmi ancora meglio. Un brano che avrei voluto scrivere? Ce ne sarebbero tanti. I primi che mi vengono in mente sono "Imagine" di John Lennon oppure una canzone di Lucio Battisti come "Emozioni" ad esempio.
4. Chi sono i tuoi miti musicali? Cosa ascolti oggi?
Non ho miti musicali in particolare anche perché mi piace essere informato e ascoltare tanti generi musicali, a volte anche opposti, e non mi fossilizzo su uno in particolare. Oggi seguo molto il web e scopro tantissimi talenti che arrivano a fare tour mondiali, ma che in Italia si conoscono poco. Questo mi fa pensare che c'è quasi un mondo parallelo, ma esiste. Segnalo gli Amasic giovane band canadese uscita da Youtube, così come i Boyce Avenue che hanno iniziato la loro carriera riarrangiando alcune cover e adesso fanno featuring con artisti di fama mondiale. In Italia seguo Cesare Cremonini perché sperimenta di continuo e sorprende sempre. Secondo me è uno dei cantautori più "in forma", oggi, della scena musicale in Italia. Di emergenti sto seguendo con particolare interesse un rapper italiano, si chiama Surfa e in rete continua ad avere grande consenso.
5. Durante la tua gavetta hai avuto già la possibilità di condividere il palco con artisti di certo calibro come Ron, Alex Britti, Federico Zampaglione, Gianluca Grignani e tanti altri. Che effetto ti ha fatto? C'è qualcuno con cui ti piacerebbe collaborare in futuro?
Beh, ad esempio cantare dopo Alex Britti, che ti cede il palco non capita spesso. E' stata una grande emozione. Oppure ricevere i complimenti da Ron per la performance è un evento che ti riempie di orgoglio. Fare un tour con loro è stato davvero formativo per tanti aspetti; confrontarsi è fondamentale per crescere. Sono amante delle collaborazioni. In futuro mi piacerebbe collaborare con voci femminili come Giorgia oppure penso ad un featuring con J-Ax. Sarebbe un esperimento interessante. Mi affascinano anche le collaborazioni con i musicisti. Ci sono tante idee che avrei in mente e molte le sto già mettendo in atto.
6. Come nascono le tue canzoni? C'è qualche artista famoso a cui ti ispiri?
Gli spunti per la nascita di canzoni sono molteplici. Spesso basta pochissimo per avere un'ispirazione. In ogni caso molte volte parto dalla musica. Mi vengono in mente idee melodiche che registro prontamente con qualsiasi supporto, anche con cellulare. Faccio un ascolto quotidiano di tutte queste idee e inizio a selezionare quelle che mi sembrano possano rappresentare potenziali embrioni di una canzone. Inizio a lavorarci su e parallelamente inizio a scrivere il testo che sia congruente a quella melodia e a quell'atmosfera che ho creato con la musica. Per farlo mi avvalgo di qualsiasi spunto che la vita quotidiana può presentarmi. A volte capita di scrivere melodia e testo "di getto", oppure parti di testo che poi avranno bisogno di essere musicate o forse rimarranno come pensieri sparsi sul mio diario di bordo. Diciamo che non ci sono regole precise. Nella scrittura non mi ispiro a nessuno in particolare, ma seguo con attenzione la comunicazione di Vasco Rossi, perché credo che il suo successo multi-generazionale non sia frutto del caso.
7. Cosa pensi dei talent show? Ci parteciperesti?
I talenti show oggi rappresentano l'unica scorciatoia per arrivare subito al grande pubblico. E' un'ottima opportunità per un'artista, purché abbia già una storia e una gavetta alle spalle. Penso, infatti, che partecipare ad un talent possa essere anche un'arma a doppio taglio per gli artisti che, seppur talentuosi, si ritrovano all'improvviso catapultati nel mondo dello spettacolo. Non condivido personalmente che 3 o 4 persone (giudici) debbano essere così influenti nel condannare o promuovere un'artista. E' giusto che mettano al servizio dello "show" la loro esperienza ma penso che il pubblico e solo il pubblico debba pronuciare sentenze. Io farei un talent in cui da subito il pubblico sia giudice supremo, quindi ampio potere al pubblico anche nelle fasi di preselezione magari attraverso casting in rete e poi penso che i giudici debbano limitarsi solamente a formare i ragazzi e a lavorare sui brani cercando di far vincere il proprio artista. In ogni caso io farei un talent show, se avessi l'opportunità; è una cara che mi giocherei sapendo però che di sono appunto dei pro e dei contro.
8. Nel 2012 sei stato ad un passo dal partecipare al Festival di Sanremo, nella categoria Nuove Proposte poi, per una manciata di voti, non hai superato la fase finale delle selezioni. Qual è il tuo pensiero sul Festival di Sanremo? Conti di riprovarci?
Si, è stata una bella esperienza. Il brano era "Volerò". Ricordo che molti ragazzi su Youtube si aspettavano di vedermi sul palco dell'Ariston non sapendo che il brano alla fine non era stato selezionato. Peccato!! Però è stato un gran risultato lo stesso! Il video di "Volerò", infatti, è girato tanto in rete anche grazie al contest Sanremo Social. Sono dell'idea che il Festival di Sanremo va provato sempre e quindi ci proverò ancora senz'altro. E' una grande vetrina per un'artista italiano anche se negli ultimi anni ha perso la sua valenza. Noto più spesso che a Sanremo va l'artista del momento e non la canzone che meriterebbe. Per intenderci meglio, secondo me, mentre qualche anno fa veniva fatta una selezione sulle canzoni, oggi vengono selezionati di più gli artisti. Detto questo penso che "Sanremo" sia ancora il palcoscenico più importante della nostra musica.
9. Hai brani nel cassetto? Cosa stai preparando ora? Quali saranno i prossimi progetti che ti vedranno protagonista?
A fine Settembre uscirà il mio nuovo singolo di anteprima del nuovo Ep/Album in uscita a fine anno. Il brano sarà sugli store digitali e in radio. Il videoclip ruoterà su alcuni canali satellitari. In più ci saranno delle date promozionali di presentazione del singolo tra Milano e Roma. Nel frattempo sto preparando dei featuring su cover rivisitate con artisti italiani e internazionali. Di prossima uscita una cover con una cantante lirica e fotomodella coreana che vive in Italia, molto conosciuta in Sud-Corea.
10. Filippo, ti ringrazio della disponibilità e augurandoti sempre buona musica ti chiedo, in conclusione, un saluto per tutti i lettori di "La musica che gira intorno...". Grazie.
Ringrazio te per la disponibilità e le belle domande. Saluto tutti i lettori di "La musica che gira intorno..." sperando sia stato esaustivo e ti auguro buon lavoro. A presto.
Filippo Ferrante