1.Sergio Vallarino, in arte Zibba, hai ottenuto da poco la grande visibilità nazionale grazie alla bella partecipazione all'ultimo Festival di Sanremo ma la tua storia in musica è già ricca di esperienze e di riconoscimenti importanti. Come nasce la tua passione per la musica?E il tuo nome d'arte?Che ci dici, invece, del progetto Zibba & Almalibre che porti avanti dal 2002 e che hai dato vita con Andrea Balestrieri?
La mia passione per la musica nasce grazie ad una famiglia d'origine che ha sempre ascoltato ottimi dischi in casa. Aver conosciuto Andrea negli anni novanta mi ha dato lo slancio necessario per scegliere di crederci, sempre. Il mio nome d'arte è un semplice soprannome, nulla di interessante. Gli Almalibre sono una grande famiglia, perché così ci piace intendere la musica. Qualcosa che sia un insieme, un lavorare unendo le forze viaggiando nella stessa direzione e provando a costruire per quanto possibile un piccolo nucleo, una piccola società che funziona. Credo che il segreto del nostro piccolo successo arrivi anche dalla serenità che abbiamo ricercato e costruito in tutti questi anni.
2.A testimonare le tue grandi doti, vi sono le diverse collaborazioni realizzate in questi primi anni di attività con artisti del calibro di Eugenio Finardi, Tiziano Ferro, Cristiano De André e tanti altri. Come sono nate queste collaborazioni?Cosa ti hanno lasciato questi artisti?
Ogni collaborazione lascia dietro di se qualcosa di davvero importante. Anche la più piccola. Per questo credo continuerò a collaborare sempre. Perché sono anche gli incontri a determinare l'andamento della nostra crescita musicale. Aprirsi agli altri è come dare spazio alla magia di manifestarsi.
3."Senza di te" ha ottenuto il Premio della Critica a Sanremo oltre a tanti consensi dal pubblico. Ti aspettavi questo successo?Cosa rappresenta per te il Festival di Sanremo?Conti di tornarci?
Ad oggi posso dire che quella del Festival è stata un'esperienza che rifarei. La direzione artistica e lo staff hanno fatto si che noi ci sentissimo perfettamente a casa. Inoltre la visibilità televisiva per un progetto come il nostro è tutt'altro che controproducente. Ci ha aiutati molto, seppur lasciando buona parte delle cose immutate. Per questo vorrei tornarci, per questo il Festival almeno dal mio punto di vista è una manifestazione che vince. Magari non sempre. Non in tutto o non per tutti. Ma per quello che ci interessa si.
4.Nella tua discografia qual è il brano che ami di più?Quello, invece, che avrebbe meritato più fortuna?E quale, invece, quello di un collega che ti sarebbe piaciuto scrivere?
Non è facile rispondere a questa domanda. Uno che amo molto e che forse meritava di arrivare più lontano è "Una parte di te" interpretata con Federico Zampaglione. Una ballata romantica molto intensa, che amo tuttora suonare dal vivo ad ogni concerto. Ci sono migliaia di canzoni che avrei voluto scrivere. Ma sono anche uno che la musica la ascolta quindi ho bisogno che qualcuno scriva cose bellissime per lasciarmi ispirare ed emozionare. Bene così. I capolavori ai nostri idoli e a noi la necessità di fare musica perché sennò ci muore una parte dentro che ha voglia di vivere, di uscire allo scoperto.
5.Qual è il tuo pensiero sulla situazione attuale della nostra musica?Chi sono i tuoi miti?Cosa ascolti oggi?
La musica è bella sempre. Tutta. Quando ha qualcosa da dire. Continuo a spolverare i vinili di mio padre e resto un nostalgico che se deve mettere su qualcosa di immenso ascolta Stevie Wonder o Tom Waits o Oscar Peterson. Ma grazie alla tecnologia ho la grande fortuna di poter accedere ad una serie infinita di artisti magari sconosciuti che mi lasciano a bocca aperta per la bellezza della loro musica.
6.Ci racconti un aneddoto particolare vissuto con un altro protagonista della nostra musica?
Stare seduto davanti a Cristiano De André che canticchia una mia canzone appena sentita, e poi mettersi a parlare dei nostri padri. Questo è stato emozionante.
7.Qual è il tuo pensiero sui talent show?Faresti da giudice?
Ovviamente si. Sarebbe divertente. I talent hanno senso di esistere per molteplici motivi, e da autore li vedo anche come una fonte di lavoro. La discriminante è sempre il talento. Quando c'è può anche passare per il peggiore dei programmi tv, se poi ottiene lo spazio e l'attenzione giusta fuori dallo schermo. Quando un artista sale sul palco vedi le sue qualità. Quando scrive le proprie cose, quando racconta la sua versione. La sua vita, semplicemente.
8.Come componi i tuoi brani?Qual è il tuo metodo di scrittura?Hai brani nel cassetto?
Scrivo. Lo faccio di continuo. Non c'è un metodo. Non una regola. Ogni cosa che mi capita può diventare canzone da un momento all'altro. Così. Come parlare o respirare. Ho nel cassetto più canzoni che calzini, questo di certo.
9.Cosa stai preparando ora?Quali saranno i prossimi progetti che ti vedranno protagonista?
Un disco nuovo. Un film. Tante cose a dire il vero. Non riesco proprio a stare fermo. Non vedo un altro modo di affrontare le mie giornate. Come Bukowski quando di divertiva ad incasinare la vita dei suoi personaggi e poi il giorno dopo imprecava perché non sapeva come tirarli fuori dai guai.
10.Sergio, ti ringrazio per la disponibilità e augurandoti sempre buona musica, ti chiedo in conclusione, un saluto per tutti i lettori di "La musica che gira intorno...". Grazie.
La musica gira. Gira davvero intorno. La musica ci regala quegli attimi di libertà che non troviamo nel resto. Vi saluto, e vi abbraccio. Grazie a te!
Zibba