La musica che gira intorno...
blog a cura di Marco Liberti
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”Ho conosciuto il dolore:
ed era il figlio malato,
la ragazza perduta all'orizzonte,
il sogno strozzato,
l'indifferenza del mondo alla fame, alla povertà, alla vita…
Il brigante nell'angolo,
nascosto vigliacco battuto tumore,
Dio, che non c'era e giurava di esserci, ah se giurava di esserci….e non c'era…”
Roberto Vecchioni - Ho conosciuto il dolore
"Viaggio dentro me stesso" è il nuovo interessante singolo lanciato dal giovane cantautore Salvatore Messina in arte SALVOEMME. In questo brano l'artista cerca e, in qualche modo, trova il proprio "io" attraverso un viaggio che rappresenta il riflesso di un percorso di vita fatto di aspetti umani, professionali ed emotivi che convergono, mediante immagini narrative e sonore, in una consapevolezza della propria individualità. Un dono, l'ha definito il cantautore, che a sua volta gira al pubblico affinché ognuno possa esserne rapito e, quindi, aiutato a ritrovare la propria identità usufruendo dello stesso percorso inciso in musica dall'artista. Come sempre, testo e musica sono dello stesso Messina mentre l'arrangiamento è a cura di Roberto La Fauci. Il videoclip, invece, è diretto e montato da SALVOEMME che ha utilizzato anche riprese di amici e passanti a cui era stato chiesto di immortalare dei momenti focali in linea con il messaggio lanciato dal brano. Non resta, quindi, che attendere l'uscita prossima dell'album completo dopo il sesto singolo lanciato dall'artista che, insieme ai precedenti, continua a far ben sperare per un lavoro ben fatto, originale e che possa decretare quel successo sul grande pubblico che SALVOEMME meriterebbe vista la pochezza cantautoriale espressa negli ultimi tempi dal panorama artistico italiano. In bocca al lupo!
In attesa dell'ufficialità del cast dei Big del prossimo Festival di Sanremo che avverrà il 15 dicembre durante la trasmissione Sarà Sanremo nel corso della quale saranno anche selezionati i partecipanti delle Nuove Proposte proviamo a stilare una ipotetica lista di 20 Big che,per diverse ragioni,potrebbero far parte del cast finale:
1.Malika Ayane
2.Noemi
3.Arisa
4.Loredana Bertè
5.Riky
6.Thegiornalisti
7.Amedeo Minghi & Mietta
8.Luca Barbarossa
9.Max Gazzè
10.Benji e Fede
11.Baby k
12.Samuele Bersani
13.Enrico Ruggeri & Decibel
14.Toto Cutugno
15.Alexia
16.Lorenzo Fragola
17.Annalisa
18.Nomadi
19.Nino D'Angelo
20.Carmen Consoli
Cast variegato tra giovani e veterani: uomini, donne,gruppi,interpreti e cantautori che potrebbe soddisfare un po' tutta la platea teatrale e televisiva del Festival. Non resta quindi che aspettare metà dicembre per conoscere chi effettivamente calcherà il palco dell'Ariston il prossimo febbraio.
"Quanno chiove" è successo di Pino Daniele del 1980 inciso nel terzo album dell'artista "Nero a metà". Il disco è dedicato alla memoria di Mario Musella, musicista e cantante degli Showmen, scomparso poco prima della pubblicazione dell'album che era definito dal cantautore partenopeo Nero a metà in quanto la madre era napoletana mentre il padre era americano. Ma Nero a metà è una definizione che potrebbe andar bene anche per descrivere l'indole musicale di Pino Daniele e del suo gruppo di musicisti tra cui spiccano James Senese, Rosario Jermano ed Enzo Avitabile. Questo è il terzo disco ed è anche la definitiva consacrazione di un genere che miscela alla perfezione il sound melodico della tradizione napoletana con il blues statunitense. Un mix incredibile che regala a Daniele soddisfazioni incredibili anche perchè la sua particolare voce si accosta alla perfezione a queste sonorità senza dimenticare la grande capacità autoriale dell'artista che riesce a scrivere testi importanti rappresentando al meglio la realtà di quei giorni con un occhio particolare verso la città di Napoli e la sua gente. Proprio ad una persona comune è dedicata "Quanno chiove" che parla, appunto, di una donna che tutti i giorni, col sorriso sulle labbra, va a lavoro ma che, di tanto in tanto, come tutti gli esseri viventi passa momenti di malinconia e di sconforto dove perde il sorriso aspettando che qualcosa, in quel quotidiano duro e monotono, possa cambiare. Allora, la pioggia, assume il carattere del diversivo che può cambiare l'aria e portare una luce nuova. Tutta questa magia, però, svanisce dopo il provvisorio effetto di rinnovamento portato dalla pioggia e si torna ad attendere, talvolta per tutta la vita, quel cambiamento che rappresenta acnhe quella speranza per un futuro migliore che ci fa restare vivi e ci fa combattere in un quotidiano sempre più difficile. Un gran testo, quindi, ricamato su di un tappeto musicale affascinante ed impreziosito dall'assolo al sax di Senese. L'album, inoltre, è stato inserito al diciassettesimo posto tra i cento dischi italiani più belli di sempre secondo Rolling Stone Italia, storica rivista del settore mentre il brano, in particolare, è stato oggetto di diverse cover tra cui quelle di Mina nel 1996 per l'album "Napoli", di Eros Ramazzotti, di Giorgia o di Mia Cooper e Randy Crawford in inglese con il titolo originale tradotto in "It's raining". Un grandissimo successo, quindi, che fa parte di una fase d'oro della carriera di un artista completo come Pino Daniele.
"Vivo per lei" è una canzone scritta da Mario Manzani e Anna Maria Alibani, nota anche con lo psedonimo di Giliath. Il brano viene pubblicato dalla band degli O.R.O., Onde Radio Ovest, per l'album "Vivo per..." del 1995 oltre ad essere presentata a Un disco per l'estate non ottenendo, però, un grande riscontro. La canzone, infatti, non rientrerà nemmeno nelle classifiche musicali dei dischi più venduti risultando un vero flop. Nel testo originale "Vivo per lei" è dedicata ad una donna ma nello stesso anno su quel brano ci mette le mani Gatto Panceri che adatta il testo modificando il soggetto a cui la canzone è dedicata: non più una donna bensì la musica. Vi è l'arrangiamento di Celso Valli e l'interpretazione viene affidata ad una coppia d'assi: Andrea Bocelli e Giorgia. Inizialmente anche questa versione non rende molto sul mercato e non ottiene quel boom immediato che ci si aspettava ottenendo solo la ventiquattresima posizione tra i singoli più venduti. Piano piano, però, il brano inizia a girare soprattutto tra i piano bar ed inizia un percorso inverso che dal popolo lo riporterà sui plachi più prestigiosi di tutta Europa. Bocelli, infatti, eseguirà questo brano in diverse versioni e varie lingue duettando con artisti stranieri dove questi ultimi propongono la loro parte nella propria lingua mentre Bocelli, anche nelle versioni straniere, canta in italiano tranne che per la versione spagnola e per quella portoghese in cui canta in spagnolo. In particolare per la versione inglese intitolata "Live for love" canta con Sharon Grand, per quella tedesca dal titolo "Ich lebe fur sie" duetta con Judy Weiss, per quella francese dal titolo "Je vis pour elle" canta con Hélène Ségara, per la versione spagnola, invece, intitolata "Vivo por ella" Bocelli canta con Marta Sanchez mentre per quella in portoghese dal titolo "Vivo por ela" duetta con Sandy Leah Lima. Sono bastate, quindi, alcune modifiche del testo ed i giusti interpreti per fare di un buon brano un successo internazionale che rimarrà nella storia della musica ancora per molti anni. Probabilmente, la canzone di base, che era comunque ben fatta, pur nascondendo un enorme potenziale, sarebbe finita definitivamente nel dimenticatoio e stessa sorte stava per avere anche la seconda versione che, attraverso strade secondarie, ha trovato il suo sbocco ottenendo quell'inevitabile successo che meritava.
"Ho conosciuto il dolore" è una lirica stupenda con cui Roberto Vecchioni ci parla della sua esperienza più difficile e cioè quella in cui ha dovuto lottare, avendo fortunatamente la meglio, contro un tumore al rene e ne parla attraverso la poesia raccontando il suo incontro-scontro col dolore immaginandolo come una entità fisica. Contenuto nell'ultima meraviglia discografica "Io non appartengo più", questo brano, rappresenta l'intelligenza e la capacità autoriale di una delle penne più profonde del nostro tempo che riesce a rimanere lucido e affascinante anche parlando di un tema così delicato. Il significativo racconto di Vecchioni si apre con la conoscenza di questo elemento della vita con il quale tutti, prima o dopo, dobbiamo fare i conti e non è riferito solo all'esperienza del tumore del quale, da grande uomo quale è, ne ha parlato solo dopo averlo sconfitto ma anche delle sofferenze legate alla malattia di un figlio, all'addio di un vecchio amore o ancora all'indifferenza del mondo alla fame ed alla povertà per poi rendere l'idea, attraverso la poesia, di come è riuscito a batterlo mettendolo all'angolo fino a farlo saltare fuori dal ring della sua vita. Vecchioni, nel brano come nella vita, ha utilizzato contro il male la forza di volontà e le armi dell'arte mostrandosi forte dinnanzi a quell'oscura presenza e continuando ad affrontarlo con canzoni e parole che hanno dato la forza ad un semplice uomo di stordire e far tremare quella entità che le prova tutte per rovinarti la vita ma che può essere sconfitta se non gli si fa capire la propria, umana e comprensibile, paura. La grandezza dell'uomo e dell'artista, inoltre, viene fuori anche dopo aver scacciato la minaccia e cioè quando Vecchioni, riesce a provare addirittura pietà verso quel terribile nemico condannato alla solitudine ed al suo infausto mestiere. Allo stesso tempo, però, Vecchioni è fiero di dirgli: "...Tu con me non puoi niente..." oppure, in un affronto faccia a faccia in cui il dolore è costretto dall'uomo ad ascoltare senza fiatare: "...Io sono vivo e tu, mio dolore, non vali un cazzo di niente...". Con questa frase, Vecchioni, butta fuori tutta la rabbia provocata da quella entità ed accumulata per giorni e giorni aspettando il momento di potersi dichiarare vincitore di questa sfida. Pur sapendo, inoltre, che probabilmente quella meschina figura si riproporrà nella sua vita, come in quella di ogni altro uomo, sotto chissà quale altra forma, Vecchioni ha espresso con questo brano la possibilità di poter lottare a testa alta utilizzando la propria voglia di vivere e di abbattere il nemico con la mente più che con il corpo ed è questa sicuramente l'unica strada da percorrere in questi casi per avere la meglio del dolore o, almeno, di provarci con dignità.
"Chi tene 'o mare" è uno dei grandi successi della prima straordinaria fase della carriera di Pino Daniele: anni che hanno segnato la sua storia e quella della musica italiana. Pubblicata nel suo secondo album che porta il suo nome e cognome come titolo del 1979, la canzone, esprime con poche parole dipinte su di un sublime tappeto musicale, lo stato di molti popoli del sud ed, in particolare, quello della sua Napoli. Sebbene non vengano mai citati luoghi del meridione italiano o del mondo, Daniele, rappresenta gli stessi, in una visione poetica, come quelli bagnati dal mare. L'autore unifica, quindi, questi territori con quella che è considerata la prima e forse una delle poche ricchezza della quale non potranno mai essere private come, invece, avviene con i beni materiali. L'orgoglio per quel tesoro naturale è innato in ogni uomo del Sud ed è un vanto, talvolta fine a se stesso, per chi non ha altro. Per tale motivo, il cantautore partenopeo, accomuna tutte quelle comunità sfruttate e martoriate da sempre sotto l'unica ed immensa bandiera maestosa ma allo stesso tempo effimera del mare. "...Chi tene 'o mare 'o ssaje porta 'na croce..." ovvero "...Chi ha il mare porta una croce..." è una delle frasi che meglio rappresenta il senso di questo brano dove l'autore intende esprimere che chi ha la fortuna di essere nato in questi luoghi ha di conseguenza una sorta di peccato originale che per tutta la vita lo costringerà a pagare per questa sorte. Daniele canta una sorta di provocazione per far rendere l'idea della condizione di chi vive con la consapevolezza di non avere niente e prova ad ingannarsi illudendosi che quel mare sia davvero una ricchezza propria. "...Chi tene 'o mare 'o sape ca è fesso e cuntento..." , infatti, queste comunità ben sanno che quel mare è solo una ricchezza illusoria di cui solo gli occhi e il cuore ne traggono benefici perchè, come chiude lo stesso Daniele, "...Chi tene 'o mare 'o ssaje nun tene niente...". Il brano, come tutta la prima fase di Daniele, è impreziosito dalla presenza di musicisti di altissimo livello come Rino Zurzolo, Rosario Jermano e James Senese, che, in particolare, nella tournée del 1981 dove sono presenti anche Tony Esposito, Joe Amoruso e Tullio De Piscopo, si esalta in questo brano con un eccezionale assolo al sax che rende ancor più magica l'atmosfera unica di questa perla.