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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

"Vennimm'ammore": Federico Salvatore canta le sensazioni di un trans

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"Vennimm'ammore", ovvero "Vendiamo amore", è un brano molto toccante di  Federico Salvatore e pubblicato nel 1995 all'interno dell'album "Azz...". Già dal titolo del disco si capisce che Federico è, al momento della pubblicazione, ancora in una fase transitoria della sua carriera dove inizia ad uscire il lato intimista e cantautoriale dell'artista ma dove predomina, probabilmente anche per alcune leggi del mercato discografico del tempo, ancora l'anima del cabarettista che ha dato all'autore la visibilità nazionale. Nonostante i successi di quel filone demenziale, Federico, sente la necessità di esprimersi anche su binari più alti ed anche grazie alla collaborazione di Giancarlo Bigazzi inizia un percorso che presto rivelerà la vera natura dell'artista. "Vennimm'ammore" non è altro che la versione viscerale e cruda del brano "Sulla porta" che poi Federico porterà al Festival di Sanremo nel 1996 italianizzata e moderata nei termini e nelle espressioni per il palco dell'Ariston. Nonostante tutto, anche quella versione di  "Sulla porta", subì delle censure dalla Rai e creò scandalo poichè era, evidentemente, un tema ancora tabù in Italia. Come "Sulla porta" anche "Vennimm'ammore" è un grandissimo pezzo che rende subito l'idea dello spessore artistico ed autoriale di Federico Salvatore e fa intendere l'intenzione dell'autore di dare una svolta alla sua discografia mettendo in disparte il cabaret per esaltare le sue grandi doti fino ad allora oppresse dal personaggio demenziale che aveva creato. Naturalmente anche in quel cabaret c'era originalità e talento ma tutto ciò non poteva annullare una vena autoriale molto più elevata che cercava il suo giusto spazio. Il brano parla delle sensazioni di un trans, un uomo che per seguire la sua natura si vede costretto a mettere in vendita il proprio corpo ed i propri sentimenti per strada affinchè possa assaporare, anche se dietro pagamento, un barlume di quel sentimento chiamato amore che altrimenti sarebbe utopia in una società come quella italiana dell'epoca. Il protagonista, quindi, si lascia illudere da quei comportamenti di alcuni clienti a cui lui concede davvero il cuore ed a cui spesso fa credito evidenziando il sentimento come prima necessità e non il danaro. L'aria malinconica del brano rende in pieno la situazione quotidiana del protagonista che non dà peso ai continui sberleffi dei passanti e mette da parte la vergogna e l'imbarazzo nel rispondere con una cifra alla richiesta per le sue prestazioni. Il suo corpo ha un prezzo come un qualunque prodotto esposto in vetrina ma a differenza di questi ultimi, il protagonista, ha anche una anima che è costretto a sopprimere in tali situazioni ma che non riesce a trattenere nei momenti di sconforto od in quelli ove i rapporti a pagamento sembrano davvero reali. Nel brano l'uomo, infatti, s'innamora di uno dei clienti e vive quell'illusione che svanisce alle prime luci dell'alba che portano via ogni sogno di una vita normale. Un grande pezzo che riesce a toccare le corde dell'anima e che, insieme a qualche altro brano, ha dato quell'imput all'artista di porseguire in tal senso la sua carriera che in questi ultimi anni, anche senza la stessa promozione di allora, vive sicuramente i suoi giorni migliori.

 

 

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