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A cura di Marco Liberti

La musica che gira intorno...

A cura di Marco Liberti

"Il mio corpo che cambia": Litfiba e il successo preparato a tavolino

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"Il mio corpo che cambia" è uno dei brani più noti della discografia dei  Litfiba e del suo leader Piero Pelù. La canzone è il primo singolo di un album molto fortunato del gruppo e cioè "Infinito" del 1999 che risulterà anche essere l'ultimo disco prima del provvisorio divorzio tra Pelù e l'altro storico componente della band Federico "Ghigo" Renzulli durato dieci anni prima del nuovo sodalizio artistico. Dietro questo disco, però, c'è tutta una operazione commerciale che darà i frutti sperati in termini di vendite: sarà l'album più venduto della loro storia musicale ma alimenterà dissapori sia tra i fans che fra gli stessi componenti del gruppo fino ad arrivare all'addio di Pelù dopo 19 anni. Prima di tutto, per questo disco, i Litfiba cambiano il loro stile per seguire un percorso pop molto più facile da diffondere alla massa abbandonando le loro tipiche sonorità aggressive e sostituendole con musiche nettamente più morbide e melodiche. Lo stesso Pelù, in questo album, trasforma il suo modo di cantare proponendo un canto molto meno duro e più vicino al falsetto che infastidisce non poco gli appassionati storici della band. Questi cambiamenti, decisi a tavolino come dichiarato dagli stessi artisti per inseguire un pubblico più ampio, ottengono i riscontri voluti ma, alla lunga, non appagano del tutto la loro indole artistica non rispettando i propri canoni musicali. Pelù e Ghigo ammettono di aver incluso nel disco diversi brani che, realizzati per precedenti lavori, erano state precedentemente scartate. Anche il doppio album live "Cento giorni verso est" registrato durante il tour del 1999 ma pubblicato solo nel 2005 ottiene un grande successo risultando il quarto album più venduto dell'anno. Tutti i testi di questo fortunato ma controverso album sono di Pelù mentre le musiche sono di Renzulli. Come detto, però, i risultati esaltanti dal punto di vista commerciale non appagano i due che, infatti, nel momento migliore del loro sodalizio per ciò che riguarda le vendite decidono di dividere le loro strade per una evidente insoddisfazione di fondo sulle loro prospettive musicali. Mettere da parte il proprio istinto e la propria scuola di pensiero per ragioni di mercato non è mai una buona scelta e questa vicenda lo dimostra pienamente: nonostante, infatti, il successo, forse il più grande della loro carriera, gli artisti sentono probabilmente di aver deluso la loro stessa anima da musicisti liberi ed originali oltre che il loro pubblico storico affezionato ad un certo tipo di musica per inseguire un successo fasullo costruito a tavolino. Quando si perde la propria essenza per avere maggiori introiti econimici e maggiore popolarità si commette un grave errore che rischia di compromettere tutto un percorso nato dall'amore verso un arte che merita di essere trattata e vissuta con rispetto affichè possa essere rispettata anche l'anima e la dignità dell'artista e dell'uomo che la propone. Una operazione prevalentemente commerciale la si può accettare da un esordiente che, per farsi strada in un mondo difficile come quello discografico, inizia con un qualcosa che gli consenta di conquistare una certa notorietà prima di dar sfogo al proprio essere e di affermarsi con il proprio stile ma, la stessa cosa, non può essere accettata da artisti che ormai hanno un loro pubblico e che hanno vent'anni di musica alle spalle. Dopo quella esperienza, i due, sono tornati a lavorare insieme ed è certo che non ripeteranno ciò che è accaduto nel 1999 continuando onestamente a proporre il proprio stile musicale per rispettare loro stessi e soprattutto quel pubblico che, anche fosse di nicchia, li segue con affetto dal 1980.    

 

 

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